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31 marzo 2012

Fic: Change 1

Salve, sono Ya-chan e questa volta voglio mostrarvi la fic di una nuova autrice. A destra nel menù troverete la trama. Ho cercato di essere il più possibile fedele al file che mi ha inviato Riri, ma purtroppo con Bloger è difficile mantenere le stesse impostazioni. Alcune cose le ho potuto modificare, altre il programma non me lo permette -_-'
A parte questo, vi lascio alla lettura ^^ Commentate, eh!

Autrice: Riri

CHANGE
Capitolo 1

Il sole era sorto ormai da un pezzo e tutt'attorno aleggiava il lieve e tipico sentore di fiori dovuto all'arrivo della primavera. Tutto cade in un'armonia perfetta. Si odono i cinguettii contenti dei volatili, lo stormire delle fronde degli alberi al leggero venticello fresco.... tutto perfetto... non fosse stato per quelle grida furiose che facevano tremare i vetri di casa Ketchum.
La porta d'ingresso si spalancò di colpo e un ragazzo sui sedici anni, con folti capelli nero pece, si fiondò in strada alla velocità della luce, proprio mentre una borsa da spesa gli faceva il pelo sulla testa.
    • Almeno dammi il mio cappello... – si lagnò fermandosi appena dopo il cancello e subito un berretto bianco e rosso gli arrivò dritto sul naso alla velocità di un missile.
    • Eccoti il tuo cappello, signor “maestro di pokémon”! – gridò una ragazza dai capelli color tramonto ferma sulla soglia della porta con le mani sui fianchi. Era talmente furiosa che il viso tendeva alla stessa colorazione della chioma.
    • Io non vedo perché tu debba sempre arrabbiarti così tanto! – sbuffò lui, indossando il berretto con una flemma che la fece innervosire ancor di più.
    • Tu non vedi punto! E ora fila a fare la spesa! Renditi utile in qualche modo, invece che poltrire notte e giorno su quello stramaledetto divano!!! –
Chiuse la porta tanto forte da spaventare i pokémon selvatici del boschetto lì affianco, che scapparono via in preda al panico. Ash sbuffò, facendo per incamminarsi, quando vide, affacciato alla finestra, il suo piccolo amico giallo, che lo guardava con aria preoccupata. Gli mostrò il pugno con l'indice all'insù, per tranquillizzarlo, quindi si avviò verso il supermercato.
Ma poteva essere possibile?! Era appena tornato da un viaggio tremendamente stancante e già lo facevano sgobbare? Certo, era felicissimo quando, appena entrato in casa, aveva trovato la sua vecchia amica Misty ad aspettarlo, ma... era bastato un giorno per farla tornare la ragazza insopportabile di sempre.
Accidenti... dopotutto, l'aveva solo urtata. Certo, era in bilico su una scaletta di metallo... e stava aiutando sua madre a mettere una lampadina nuova.... ed era volata per terra trascinandosi dietro scala e lampadario... e aveva rischiato di rompersi l'osso del collo... ma a parte questo, era stato solo un incidente, no?
Eppure, pur di levarselo dalle scatole, gli aveva dato una lista di cose da comprare stipulata sul momento, in calligrafia quasi illeggibile. E la cosa migliore era che sua madre non aveva detto una sola parola per difenderlo!
Bah, bella accoglienza, davvero...
Si sedette di malagrazia sulla sedia della cucina, sforzandosi di far scemare quella rabbia che le era salita su fino alla punta dei capelli.
Fino ad un paio di giorni prima, quando la signora Delia l'aveva chiamata per avvisarla del ritorno di Ash, aveva quasi toccato il cielo con un dito dalla felicità. Era da anni che non lo vedeva e non aveva lasciato che nessuno le rubasse quell'occasione di rivederlo. Aveva mollato le chiavi della palestra a Daisy e, prima ancora che avesse potuto protestare, si era fiondata in strada, diretta a Pallet.
Era rimasta piacevolmente colpita dal cambiamenti fisico del ragazzo: si era fatto più alto, i capelli si erano allungati un po' e per lo meno ora gli stavano meno sparati sulla testa. E anche il viso si era fatti a tratti più affilato, maturo. Ma nel carattere, alla fin fine, era sempre rimasto il solito infantile, presuntuoso, arrogante, imbranato, pigro ragazzo di sempre.
Le era bastato un giorno, uno, per farle venire quella gran voglia di strangolarlo che la assaliva quasi ogni giorno, quando ancora viaggiava con lui.
Una signora entrò nella stanza, facendo voltare Misty. Sorrideva, ma pareva anche un po' a disagio.
    • Non pensi di avere esagerato un po'? – le chiese, con la voce gentile, ma anche un po' titubante.
    • Lei crede? –
    • Bhe, è appena tornato da un lungo viaggio... sicuramente è stanco... –
    • Non sembra abbastanza stanco da non riuscire a fare cavolate, però... – si morse la lingua. Ora stava esagerando. Dopotutto lei era sua madre... non doveva dire certe cose di suo figlio a lei.
    • Sicuramente è molto imbranato... – rise invece quella, lasciando Misty lievemente di stucco – Ma è anche vero che non lo fa con cattiveria. –
    • No... questo no. Solo che... uff, non potrebbe stare più attento?! –
    • Sono sicura che domani andrà meglio. Secondo me non si è ancora riabituato alla vita casalinga... devi dargli tempo. –
    • e quando lo farà, sarà anche il giorno in cui deciderà di ripartire... – concluse Misty, ma non pareva aver parlato alla donna, ma più che altro a se stessa, sottovoce, con lo sguardo fermo nel vuoto.
Sì... non poteva arrabbiarsi così ogni volta. Non aveva troppo tempo da passare con lui e sprecarlo a litigare era davvero un peccato. Non voleva che Ash avesse quel ricordo di lei, quando fosse partito ancora.
Misty udì delle voci provenire dal salotto e intuì che Delia avesse acceso la televisione. Tendendo l'orecchio, capì che parlavano di tornei. O, più precisamente, dell'ultimo torneo svolto, quello si Sinnoh. Ad un certo punto, tra le tante parole inutili, un nome spiccò nel suo orecchio. Si alzò, andando a vedere se aveva sentito giusto. Ed eccolo lì: stavano facendo rivedere lo scontro di Ash contro quel terribile Darkrai che era poi stata la sua sconfitta.
Già, è vero... aveva perso. Adesso che ci pensava, anche se non lo dava a vedere, la sconfitta doveva bruciargli ancora parecchio. Magari cercava conforto o consigli da loro... da lei... e invece si era solo beccato delle perfette strilla in faccia.
Misty abbassò lo sguardo, triste. Non doveva trattarlo così... certo, aveva appena rischiato di ammazzarla facendola cadere dalla scaletta, ma non l'aveva fatto apposta.
In quel momento, la porta d'ingresso si aprì. Ancor prima di vedere chi stesse entrando, Pikachu saltò giù dal divano, fiondandosi nell'anticamera... per poi saltare in spalla ad un Ash sorridente, nonostante l'ingiustizia del compito che gli era stato assegnato.
Nel vedere Misty però, il suo sorriso si incrinò un poco, quasi avesse paura di un nuovo exploit. La ragazza aggrottò le sopracciglia. Sapeva di avere torto, di aver esagerato, ma la sua indole orgogliosa le impediva di chiedergli scusa. Non ce la faceva, nella maniera più assoluta. Decise quindi di sorvolare e di fare come se nulla fosse successo.
    • Hai comprato quello che ti ho chiesto? –
    • Sì. Ecco qui. – le porse la borsa con la spesa, che Misty accolse senza dire una parola di ringraziamento. Si volse e si diresse verso la cucina, lasciandolo lì impalato.
Solo quando fu sulla soglia della stanza, si voltò un'ultima volta verso di lui, che la fissò con aria interrogativa, quasi a chiedersi “ e ora che cosa ho fatto?”
    • Vai a lavarti le mani, che tra un po' si mangia, ok? –
Vide il suo viso illuminarsi di colpo, nell'udire quelle parole. Quindi sparì su per le scale, diretto verso il bagno. Misty sorrise: non c'era metodo migliore di fare pace se non con qualcosa da mangiare, se c'era di mezzo lui.
Quella sera, Delia li avvisò che si sarebbe dovuta assentare per qualche giorno. A quanto pare aveva chiamato un suo amico d'infanzia, residente a Jotho, e le aveva chiesto se poteva prendersi cura della figlia Molly, almeno fino al suo ritorno dal lavoro. Sarebbe partita la mattina seguente.
In seguito, rintanandosi nella propria stanza, Ash aprì la finestra, con l'intenzione di respirare quella brezza notturna e tiepida che tirava solo in primavera. Accidenti, stavolta sarebbe stata sua madre a partire per un po'.
Certo, sapeva che non poteva fare altrimenti, ma un po' gli dispiaceva... d'altronde, era appena tornato. Si chiese se non fosse quello che provava sua madre ogni volta che lui partiva.
Qualcuno bussò alla porta. Ancor prima che potesse anche solo dire una parola, quella si aprì, rivelando la figura di Misty. Era in pigiama e i capelli, che si erano un po' allungati dall'ultima volta che l'aveva vista, le ricadevano sciolti sulle spalle.
    • Non dormi? – gli chiese.
    • Non ho troppo sonno... –
    • Bhe, certo, non hai fatto niente tutto il giorno... – polemizzò lei, raggiungendolo alla finestra, però sorrideva. Non era detto con cattiveria.
    • Sai... mi fa piacere che tu sia venuta fin qui da Cerulean. – ammise lui dopo qualche attimo di silenzio a contemplare il cielo.
    • Bhe, siamo amici, no? Ed era davvero troppo tempo che non ci vedevamo. – sorrise lei.
    • Già. Lo sai? Forse anche Brock verrà a Pallet. Gli ho detto che eri qui e subito gli è venuta l'idea di fare un salto. –
    • Bhe, perché no? Mi farebbe piacere rivederlo. –
Ash si allontanò dalla finestra, andando al letto, su cui era abbandonato il suo zaino. Ne estrasse un cofanetto, uno di quelli che ormai Misty conosceva bene, e lo depose insieme ad altri su di una mensola. Quando lo aprì, mostrò otto lustre medaglie.
    • Ed eccone altre otto. Ma non credere che mi fermerò. Nossignore. Ci sono ancora tanti posti che voglio vedere. Esperienze da vivere.–
    • Eh, beato te... – sospirò lei, lasciandosi cadere sul materasso – Tu, così spensierato.... e io, la poveraccia con una responsabilità più grossa di lei sulle spalle. –
    • Bhe, dai, non dirmi che mandare avanti una palestra è poi tanto faticoso... gli incontri sono divertenti e anche a te piacciono, quindi non dovrebbero stressarti. E per quanto riguarda il mantenimento della palestra ci sono le tue sorelle, no? –
    • Ash, non parlare di cose che non sai. – sbottò lei, voltandosi a guardarlo, innervosita – Potrà anche sembrarti una passeggiata ( perché anch'io lo credevo) ma è uno dei compiti più gravosi che si possa immaginare. E no, le mie sorelle non mi danno una mano.–
    • Mah, non lo so. E comunque, se tu dessi loro le chiavi, potresti anche venire con me, di nuovo. –
    • Lo sai vero, che hanno minacciato di vendere la palestra, nel caso non me ne occupassi io? –
    • Ma vah! L'hanno detto solo per farti stare zitta, recalcitrante come sei! –
Recalcitrante o no, in quello stesso attimo gli arrivò una cinquina in pieno viso, che lo stese in un istante.
    • Chi sarebbe recalcitrante?! –
    • Wah.... eh, va bene. Ma non pensare che per me sia tanto meglio. Non è rilassante come credi quello che faccio io! –
    • Oh, no, immagino... poverino, dev'essere una gran fatica visitare città tra le più belle del mondo, incontrare persone famose, farsi bello davanti alle telecamere... devo andare avanti? –
Ash sbatté le palpebre un paio di volte, non sicuro di aver sentito bene, quindi si alzò. Adesso si stava innervosendo anche lui.
    • Non è tutto rose e fiori, sai?! Tu, piuttosto, tra nuoti, spettacoli e incontri, non venirmi a dire che sei stressata! –
    • In questo momento, tu sei il mio stress!!! –
    • Ah sì? –
    • Sì! –
    • Bene. –
    • Bene! –
Misty si alzò, andando velocemente alla porta e uscendo, sbattendosela alle spalle. Ash sbuffò, davvero stizzito. Ma cosa voleva saperne lei?
Assolutamente niente, ecco cosa! Andò nuovamente alla finestra e guardò il cielo. In quel momento una stella cadente taglio in due la volta scura, sorprendendolo.
Assurdo! Faceva dei ragionamenti assurdi, stupidi, infantili! Continuò mentalmente a lanciargli un epitelio di insulti, andando diretta alla finestra della sua stanza e aprendola, per prendere un po' d'aria e calmarsi. Guardò il cielo, appena in tempo per vedere una stella cadente. In quell'attimo di rabbia, riuscì solo a fissare quella scia bianca con grande intensità, serrando le labbra.

Come vorrei....”
Come vorrei...”
“ … che sapesse cosa significa...”
“ … che sapesse cosa significa...”
“ … passare quello che io vivo ogni singolo giorno!”
“ … passare quello che io vivo ogni singolo giorno!”
Ancora con la rabbia addosso, si infilò sotto le coperte, tirandosele fin sopra la testa, nel tentativo di annullare qualsiasi spiffero di luce presente in camera.
Nella stanza affianco, Ash fece lo stesso.

La mattina arrivò ancor prima che se accorgesse. La sveglia trillo, proprio vicino al suo orecchio. Ash fece una smorfia. E da quando lui aveva una sveglia?! La sua si era fracassata un mare di tempo fa, prima che partisse come allenatore.
Bah, comunque fosse era mattina, era ora di alzarsi. Tirò giù i piedi dal letto, di malavoglia e le sue dita incontrarono la superficie morbida di un tappeto. Socchiuse appena gli occhi, infastidito dalla luce del sole. E da quando aveva un tappeto in camera sua? C'era anche la sera prima?
Si alzò, trascinando i piedi per andare fino alla finestra, ma, invece, sbatté contro il muro. Lo guardò, strabuzzando gli occhi. Ma... avevano spostato la finestra?
Si voltò e in quel momento i suoi occhi incrociarono quelli del suo riflesso nello specchio dell'armadio...
Misty si tirò su di malavoglia. Dalla stanza di Ash proveniva un baccano tremendo... possibile che stesse già combinando dei guai di prima mattina? Si diresse a occhi chiusi verso la porta, ma quando allungò la mano per afferrare la maniglia, notò che al suo posto c'era solo il liscio muro. Aprì allora gli occhi, confusa. Avevano spostato la porta? E poi vide la propria mano...
Quello... o meglio, quella che lo stava fissando dallo specchio non era... non poteva essere il suo riflesso. Si avvicinò appena, incredulo, e rimase sbigottito nel vedere la figura fare lo stesso. Oddio... era proprio lui, invece. No... non poteva essere... era solo...
un brutto incubo. Perché doveva esserlo! Quella mano non era sua. E neppure la carnagione. In preda al panico, si osservò, tastandosi il corpo, finché non giunse sul petto e allora trasalì: dov'era finito il suo seno?!
Corse allo specchio e rimase a bocca aperta quando vide un ragazzo, del tutto identico ad Ash, non fosse stato per i capelli arancioni e gli occhi verdi.

Quella era Misty, non lui! Non poteva essere! Una Misty un po' diversa, a causa del colorito corvino dei capelli e nocciola degli occhi, ma pur sempre Misty!!!
Alzò le mani, passandole lentamente sul viso, quasi a voler confermare che quella che vedeva fosse realmente lui.
Quando non ci furono più dubbi...
Quando non ci furono più dubbi...

Un doppio grido proruppe da casa Ketchum, propagandosi per tutta Pallet, spaventando ogni singolo pokémon o persona che l'avesse udito.
D'altronde, era del tutto motivato. Non poteva essere successo davvero e come, soprattutto.... si... si erano.... scambiati?!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Ya-chan e CIAO Riri! Che bello poter leggere una tua fic!
Wow, è geniale! Misty e Ash sono perfettamente IC (possibile che debbano litigare sempre? ù___ù Si!!!!! ^0^) (o__O'' n.d.tutti) e poi che idea fortissima che hai avuto, Ash e Misty che si scambiano di corpo!! XDDD Poveri! E adesso come andranno in bagno? (ma cosa vai a pensare??? n.d.Gary) (eh, ma scusa, parliamo di cosa serie O.O Se diventassi maschio io me la terrei... n.d.io) (MA TI PARE UNA COSA DA DIRE!??? n.d.Gary) (hai ragione, non sto bene, oggi XP n.d.io)
E cosa diranno a Delia e al resto delle persone? Non possono nemmeno nasconderlo, visto che hanno mantenuto occhi e capelli propri...
E' una fic geniale, complimenti! Ed è anche scritta molto bene! Aspetto il seguito ^^
Bacioni!
Ser
P.S. Aspetto il seguito anche di BBI, eh, Ya-chan...

Anonimo ha detto...

Ahahahahaha grazie Ser e grazie tantissime a Yachan che ha avuto la pazienza di venirmi incontro, pubblicando questa "degenerazione mentale"... comunque, per quel che hai detto del bagno, ci ho pensato anch'io... solo che poi ho pensato: dettagli, chi se ne frega. chi mai lo andrà a pensare?! Ma, a quanto pare... è un po' la prima cosa a cui uno pensa... O__O vaaaabbè, amen. problemi loro... (Misty e Ash: EHII!!!)
Comunque il seguito lo sto ancora scrivendo e per agevolare quell'angelo di Yachan glielo invierò quando TUTTA la fic sarà terminata, in modo da non intasarle la mail. Mi fa un piacere IMMANE leggere i commenti che lasciate, davvero, mi rendete la persona più felice di questo mondo. Bacioni,
RIRI