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2 maggio 2012

Fic: Change 3

Mi dispiace per questo capitolo. Mi scuso con Riri, se il capitolo non è esattamente come me l'ha inviato U_U'
Non capisco perchè mi da continui problemi e dire che cerco di sistemarlo a dovere, ma quando lo inserisco qui, si crea una deformazione della scrittura, dei paragrafi e non so cos'altro. Dovrò cercare un altro blog che non mi dia gli stessi problemi -_-'

Autrice Riri


CHANGE

Capitolo 3

Il laboratorio era su di una collina, la più alta di Pallet. Erano finalmente giunti davanti al pesante cancello in ferro.

    • Brock... forse è meglio se vai avanti tu. Spiegagli a grandi linee la situazione, per favore... – gli consigliò Misty-Ash. Sia lei, che Ash, erano pallidi come lenzuoli, preoccupati della possibile reazione del professore nel vederli.
Il ragazzo annuì, seppure titubante: e ora come avrebbe fatto a spiegargli tutto? L'avrebbe preso per pazzo?

Ash e Misty rimasero oltre il cancello, a osservare Brock mentre saliva le scale che portavano al portico della casa. Dal passo non sembrava convinto. Proprio per niente.
Entrambi distolsero lo sguardo quando lo videro sparire oltre la soglia.

    • E ora aspettiamo... – sospirò Ash, mettendosi seduto a terra, con le gambe incrociate.
    • E ora aspettiamo... – ripeté annuendo Misty, imitandolo e mettendosi seduta.
Rimasero in silenzio per quelle che parvero ore, accarezzati dal fresco e lieve venticello del mattino primaverile.

Misty giocherellava distrattamente con dei fili d'erba lì accanto, mentre Ash fissava con impazienza la porta dell'abitazione, accarezzando intanto Pikachu, che gli si era accoccolato in grembo.

    • Ma quanto ci mette?! – sbottò all'improvviso.
    • Non è una cosa facile da spiegare! Dagli tempo. –
Ash sospirò, tornando con lo sguardo basso. Ma non si poteva stare tranquilli neppure per un attimo? La sua vita era destinata ad essere un continuo susseguirsi di guai su guai?

Dopotutto, era appena tornato a casa, dopo aver contribuito ad eliminare il Team Galassia, dopo aver salvato quella città intrappolata nello spazio tempo, aiutato da Darkrai, dopo essersela veduta con Giratina, dopo aver fatto un viaggio indietro nel tempo per salvare Arkeus e dopo aver combattuto, rischiando grosso, per aiutare Zorua e sua madre.
Era finalmente tornato! E, a dirla tutta, era convintissimo che non avrebbe più avuto grane per un bel po' di tempo. E invece... eccolo lì. Intrappolato nel corpo di una ragazza. E non di una ragazza qualsiasi, ma della sua migliore amica!
Sospirò, demoralizzato. Avanti, se doveva succedere qualcos'altro, che succedesse, e alla svelta. Non aveva voglia di stare ad aspettare le sue sciagure.
Si sentì uno scatto e la porta di casa si aprì. Ne emerse Brock, che fece cenno loro di entrare.
Seppur di malavoglia (solo da un certo punto di vista, eh) si alzarono e cominciarono a salire le scale.
Una volta entrati, vennero condotti in salotto, dove il professore li aspettava seduto a braccia incrociate. Quando li vide, il suo viso cambiò da pensieroso a incredulo.

    • Ma... allora è vero... –
    • Glielo avevo detto, professore. – sospirò Brock, con un mezzo sorrisino tirato. 
    •  Lei sa che cosa ci è successo? – lo incalzò immediatamente, impaziente, Ash-Misty – Sa se esiste un qualche pokémon capace di una cosa simile?! –
    • Mi dispiace... (Ash, giusto?)... ma che io sappia, no. Conosco quelli in grado di trasformarsi in esseri umani, quelli in grado di cambiare il tempo, quelli che viaggiano nel tempo... ma una cosa del genere, mai mi è capitata di vederla. E non è che sono proprio un giovincello... –
    • Allora... non ha idea di come farci tornare normali? – chiese scoraggiato Ash, mentre gli si abbassavano le spalle.
    • No, Ash. Per il momento, però. Non ho idea di cosa possa essere la causa che vi ha reo così, ma di certo farò delle ricerche. Non preoccupatevi, una soluzione si trova sempre. – si alzò in piedi e si diresse verso i due sfortunati ragazzi, poggiando una mano sulla spalla di ognuno. Voleva incoraggiarli? Bhe, in quel momento ci voleva ben altro che una pacca amichevole per tirarli su di morale.
    • E... sa anche quanto le ci vorrà? – chiese titubante Misty-Ash.
    • No, Misty, mi spiace. Forse un'ora, forse una settimana, o forse addirittura un mese o un anno. Non è un argomento semplice e innanzi tutto devo vedere se è già successa una cosa del genere. –
    • Un anno?! – i due si erano fermati a quel punto del discorso. Il resto neppure lo avevano ascoltato.
    • Per il momento posso solo suggerirvi di tornare alle vostre attività abituali. Aiutatevi a vicenda e non cacciatevi nei guai. Quando scoprirò qualcosa ci penserò io a chiamarvi. –
Sia Ash che Misty abbassarono la testa, annuendo rassegnati.


    • Io penso che rimarrò ad aiutarla professore. – disse Brock, facendo un passo avanti – Così ci metteremo meno tempo, se saremo in due a cercare. –
    • Sì, ti ringrazio, ragazzo. –
L'uomo e il ragazzo sparirono oltre la soglia della porta, lasciando Ash e Misty soli, in piedi, nel più completo silenzio.

Dopo un po', Misty crollò sul divano.

    • E ora come faccio? – si lamentò, appoggiando la testa alle mani.
    • Aspettiamo. Li hai sentiti. –
    • No, no... intendo dire come faccio oggi. –
    • Uh? –
Misty sospirò. Non sembrava entusiasta di dovergli spiegare qual'era il suo problema, ma alla fine lo fece, senza però guardarlo negli occhi.


    • Vedi... oggi avrei dovuto avere un... appuntamento con un ragazzo. –
    • Un che?! – non sapeva perché, ma la notizia l'aveva totalmente spiazzato.
    • Hai capito! Non posso presentarmi così... –
    • E allora non ci andare... – disse semplicemente Ash, incrociando le braccia e voltandosi dall'altra parte.
    • Non posso dargli buca... di nuovo. –
    • Vuoi dire che non è la prima volta che ti chiede di uscire? –
    • No, infatti. Si chiama Giorgio ed è da parecchio ormai che mi da il tormento. Alla fine ho pensato di provare... tanto, che cos'ho da perdere? –
    • Non sono d'accordo. – Ash si morse le labbra. Quella frase gli era sfuggita ancor prima che potesse fermarla e rimandarla giù.
    • Che cosa intendi dire? –
    • B-bhe... uhm... oh, senti, se non ti piace, perché ci esci? Non hai detto che, alla fin fine, hai accettato per sfinimento? – cercò di avere un tono di voce sicuro di quel che stava dicendo e Misty parve cascarci. Ma non era quello il motivo per cui aveva detto quella frase, prima. No. Semplicemente, gli dava fastidio che Misty uscisse con qualcuno. Chiunque esso fosse stato. Poteva anche essere il sogno di sempre della ragazza, ma lui si sarebbe sempre sentito nervoso. E la parte migliore... era che non capiva il perché.
    • Forse... ma mica me lo devo sposare. Se anche gli do il contentino, per una volta, non muore nessuno. –
    • Bhe, peccato che non ci potrai andare. –
    • Ma si può sapere perché sei così acido?! –
    • Io non sono acido. Guardo solo in faccia la realtà. –
    • Anch'io... e infatti ora so che ci sarò all'appuntamento. –
    • Eh? –
    • Oh sì. Solo che sarai tu ad andarci. –
    • Cosa?! Sei pazza?! Non se ne parla neppure! –
    • Eddai, che ti costa? –
    • Molto! Dammi un solo buon motivo per farlo... –
    • Perché io farei lo stesso per te... –

Perché? Perché?! Ogni volta che lei giocava la carta dell'amicizia, fiducia, ecc ecc, lui doveva cascarci come un fagiolo? E le aveva detto di sì. Di !!! Ma che cosa gli era saltato in mente?! In che razza di guaio si era andato a cacciare?!
Seduto sul letto della ragazza, a casa Ketchum, la osservava rovistare nella valigia colma di vestiti e robe varie che si era portata dietro da Cerulean per quel periodo di soggiorno a Pallet.
Presto, lui si sarebbe trovato ad un appuntamento... con un ragazzo per di più. Che neppure conosceva.

    • Eccolo qui! – Misty si alzò di scatto, estraendo dalla valigia un vestitino giallo, con la gonna corta. Ash sbiancò.
    • E io dovrei mettermi quel coso?! Scordatelo! –
    • Non fare storie! L'appuntamento è il mio e il corpo pure. Mi vesto come più mi pare e piace. –
    • Sì, ma finché ci sarò io qui dentro, ho comunque una reputazione da difendere, sai?! –
Senza neppure ascoltarlo, Misty lo prese per mano, facendolo alzare dal letto. Lo bendò senza troppi complimenti, ignorando le lamentele di lui, e iniziò a cambiarlo.

Quando gli tolse la benda, Ash rimase orripilato nel vedersi allo specchio. Certo, quello era il corpo di Misty e stava divinamente con quel vestito... ma il fatto è che lui continuava a vedersi come se stesso!
In più era scomodissimo e lo metteva a disagio. La gonna poi... era orribile non avere su i pantaloni. Era come non aver su niente! Ma come facevano le donne a tollerarlo?!
Infine, Misty gli sistemò i capelli, spazzolandoglieli e legandoli in una coda laterale con un fermaglio a forma di girasole.

    • Bhe, direi che sei bellissimo. – constatò alla fine, ammirando il lavoro finito.
    • S-senti... e per i capelli? E gli occhi? Se ne accorgerà non credi? –
    • Una ragazza non è libera di tingersi i capelli? –
    • Se ne sei convinta... –
Quando uscirono di casa, per tutto il tragitto che li separava da Viridian, ossia il luogo dell'appuntamento, Misty lo istruì sul comportamento da mantenere in sua presenza.


    • E non essere volgare nei movimenti. Non imprecare e sorridi spesso. –
    • Così? – e le mostrò un ghigno forzato da mettere i brividi.
    • Un po' più naturale magari... –
    • Misty... ricordami perché lo sto facendo... –
    • Perché sei il mio migliore amico. – sorrise lei solare. Fregato un'altra volta...
    • Ma... non mi abbandonerai vero? –
    • Tranquillo, resterò nelle vicinanze, di questo non preoccuparti. –
Raggiunsero il luogo prestabilito e Misty, come già aveva detto, si nascose dietro un cespuglio. Ash si sedette su di una panchina, con le gambe stravaccate, nella posizione che solitamente teneva da ragazzo. La ragazza si schiaffò una mano sul viso: cominciavano bene...

Dopo qualche minuto di attesa, arrivò un ragazzo. Ash alzò lo sguardo, guardando poi in direzione di Misty, che gli annuì da dietro il verde della vegetazione. Era lui. Allora lo squadrò meglio: non era un brutto ragazzo.
Aveva folti e mossi capelli castani e occhi celesti come il cielo. Indosso aveva un paio di pantaloni chiari e una maglietta azzurra, con una sottile sciarpa blu al collo.
Il ragazzo si guardò attorno un paio di volte, finché non incrociò il suo sguardo. Solo alla terza volta riconobbe in quella ragazza mora Misty. Si avvicinò.

    • Misty? – le chiese, un po' confuso.
    • Eh... già. – Ash si sforzò di sorridere, anche se aveva una gran voglia di defilarsi.
    • Che cos'hai fatto ai capelli? –
    • Li ho tinti... sai, avevo voglia di cambiare un po'.... –
    • Ah... e gli occhi... scusa, ma... sono sempre stati così scuri? –
    • Cos... no, no! È che... uhm... ho... ho messo delle lenti colorate. Sai, sono una capopalestra conosciuta e devo camuffarmi come meglio posso se voglio passare una giornata tranquilla... – si inventò sul momento. Non sapeva se Misty era effettivamente famosa, nel suo campo, ma non importava. 
Giorgio parve mollare ogni dubbio e gli porse una mano, che Ash guardò senza capire.


    • Ti va di mangiare un gelato? –
    • C-che? Ah... va bene... –
Si alzò, senza accettare l'aiuto del ragazzo, che parve un pochino deluso, ma, detta proprio sinceramente, ad Ash non poteva importare di meno. Si avviarono assieme verso il chiosco del gelataio, lì vicino e Ash notò che Giorgio tendeva a stargli davvero troppo appiccicato.

Dopo aver preso il gelato, si diressero verso il sentiero del boschetto, inaugurato da poco tempo e che Ash mai aveva visto prima d'allora. Era stato allestito bene, con panchine, fontanelle, laghetti e tavoli da picnic.

    • Sai, sono contento che tu abbia accettato di uscire. –
    • Eh... m-mi fa piacere... – strinse tanto forte il gelato quasi da fracassare il cono. 
Ma che cosa cavolo voleva quell'essere da Misty?! Si sentì sfiorare la mano libera e notò che, ad ogni passo, Giorgio cercava una scusa per sfiorargliela. Venne preso dalla nausea e la ritrasse di scatto, con la scusa di cambiare mano per reggere il gelato.

Per evitare altri discorsi, finse di essere molto impegnato a mangiare. In quel momento un braccio gli cinse le spalle, facendogli rizzare i capelli sulla testa.
Ma che cos'era?! Un polipo?? Scattò in avanti, nel tentativo di liberarsi e, fortunatamente, ci riuscì subito.

    • Oh, guarda che bel fontanile! – cantilenò con un mega-sorriso forzato, per far sembrare meno sospetta la sua fuga. Ma la pace non durò molto, perché ecco di nuovo il braccio di Giorgio cingerlo. E allora basta.
Si prendeva quelle libertà anche con la vera Misty? Ma come diavolo si permetteva?! Con lo sguardo quasi assatanato, rivolto dinnanzi a sé, Ash alzò lentamente il pugno, caricò il braccio.... e vide Misty, da dietro i cespugli scuotere forte la testa. Non doveva farlo? E perché?


    • Ehm.... tutto bene, Misty? –
    • Eh? – Ash lo fissò e si accorse solo in quel momento di avere ancora il braccio alzato, pronto a colpirlo. Lo riabbassò immediatamente, con una risata isterica.
    • Sai... oggi sei un po' strana... –
    • Ah sì? Sarà la stanchezza... E poi... – non resistette, doveva dirlo, per forza – … io sono una persona estremamente lunatica... –
Scoccò un'occhiata oltre i cespugli e vide la faccia rossa di collera di Misty. Solo che vedere quell'espressione sul proprio viso faceva uno strano effetto.

Giorgio non commentò. Solo sorrise indeciso, titubante. Passarono insieme quella che ad Ash parve un'eternità. Non ce la faceva più. Non solo quel bellimbusto allungava pure le mani, ma aveva una confidenza nel parlare che non gli piaceva proprio per niente.
Da quanto tempo ronzava attorno a Misty? E perché lui non ne sapeva niente? Perché la sua amica non gliene aveva mai parlato? E inoltre... perché aveva deciso di uscirci?!
Stava ormai calando il sole, quando Giorgio gli si avvicinò davvero troppo. E non poteva neppure scappare, visto che lo teneva stretto per le spalle. Ash digrignò i denti e spalancò gli occhi dall'orrore, indietreggiando sempre di più con testa e busto. Quando però si rese conto di non poter far più nulla... ecco apparire un Caterpie su un albero. Gli venne una folle idea, l'unica ancora di salvezza che in quel momento gli si presentava.
Spintonò via Giorgio senza troppi complimenti (era da tutto il giorno che sognava di farlo) e se la filò a gambe levate, strillando come una ragazzina (almeno si calava nel ruolo).
Sfruttare l'orrore di Misty per gli insetti era davvero ormai l'unica via che aveva avuto. Mise tantissima strada fra lui e il ragazzo, prima di nascondersi dietro ad un albero e lasciarsi cadere a terra.
Mai, in tutta la sua vita, aveva affrontato una giornata peggiore! In quel momento, avrebbe di gran lunga preferito avere a che fare con un'altra fine del mondo da sventare.
Sentì una mano poggiarsi sulla spalla e si ritrasse d'istinto contro il tronco dell'albero, strillando dallo spavento. Ma, invece di trovarsi innanzi Giorgio, vide Misty, che lo guardava con un mezzo sorriso, evidentemente divertita dalla sua reazione.

    • Calmati! Sembra che tu abbia appena visto un fantasma! – rise.
    • Fantasma?! Magari! Non so chi sia peggio tra quel Giorgio e uno spirito... –
    • Eddai, non è andata tanto male... – gli si sedette affianco, appoggiandosi al tronco.
    • Certo, sei pallido come un cadavere, hai gli occhi fuori dalle orbite e, suppongo, il cuore che ti scoppia nel petto... ma direi che questa è la giusta punizione per avermi chiamato lunatica. – aggiunse con un sorrisetto maligno.
    • Spiritosa... –
Rimasero in silenzio per un po', almeno di dare ad Ash il tempo di riprendersi. Quando, finalmente, il suo respiro divenne nuovamente regolare, il sole era quasi completamente tramontato, in modo che il cielo, da arancione, avesse preso quella colorazione tra il viola che precede il nero della notte.


    • Senti... – le disse Ash ad un tratto, ancora abbandonato contro il tronco dell'albero – … ma si può sapere cosa ci trovi in quello? –
    • Bhe... niente, te l'ho detto... è lui che mi assilla. –
    • Da quanto tempo va avanti questa storia? – forse era stato un po' troppo brusco, ma sorprendentemente Misty non se ne curò.
    • Più o meno... da quando sei partito per Hoenn. –
    • Cosa?!? – ma erano degli anni!!! E si erano anche visti nel frattempo! Perché non gliene aveva mai parlato?!
Si sentì quasi tradito... deluso, più che altro. Non si dicevano forse tutto, loro? E allora perché Misty non si era confidata con lui? Distolse lo sguardo, posandolo sulle gambe piegate contro il petto. Si sentiva... distrutto. Sia fisicamente che emotivamente. L'unica cosa che voleva in quel momento era rintanarsi nel suo letto e non uscirne più per i prossimi quattro anni.

Una mano gli afferrò la sua. Misty lo guardava sorridente, con una dolcezza negli occhi che non le aveva mai visto.

    • Dai, è stata una giornata lunga. Torniamo a casa. –

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oggi è stata una giornata davvero da dimenticare, torno a casa, accendo il computer, e trovo il 3° capitolo di Change! ^0^ Grazie Ya-Chan e Riri, mi avete risollevato il morale!
Comunque, Riri, anche questo capitolo e' bellissimo! Davvero!
In fondo però Giorgio non ce lo vedo ad allungare le mani... anche se per Ash "allungare le mani" forse si intende "sfioramento del braccio" XD Lui è un gelosone! Com'è stato puccio *____* Tradito e deluso! Ma no, ciccetto! E' solo che Misty non ti voleva far preoccupare!
Proprio brava, Riri! Ti saluto e non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo! Sei un vero genio! *applaude*
Ancora complimenti!
Ser <3

Anonimo ha detto...

Grazie Ser. sappi che per "allungare le mani" intendevo proprio il fatto dello sfioramento, o al più, degli abbracci. Poi però la scena del tentato bacio DOVEVO metterla, ahahaha anche se forse lui non è il tipo, non mi interessava, mi piaceva troppo l'idea! Ti dirò... non mi ricordo assolutamente cosa ho scritto nel prossimo capitolo... O__O quindi non ti posso anticipare niente... sooorrryyyyyy!!! <3
Grazie ancora per il sostegno che tu e Yachan mi date, perché almeno mi date un incentivo per continuare. ^__^ ciaooo a tutteeee
Riri