Migliori Siti
Commentare... com'è facile! Provaci anche tu!

19 settembre 2012

Fic: Angelus

Ciao a tutti, scusate il ritardo (come sempre colpa mia XP), ma questa benedetta influenza, che è iniziata con una febbre più di una settimana fa, non mi passa più. Che nervoso!
In ogni caso, Riri mi ha inviato la fic completa di tutti i capitoli fino alla fine, che si concluderà con il capitolo 12. Quindi altre settimane confermate di lettura ^^
Nel frattempo, Riri è già all'opera su un'altra fic di cui mi invierà come sempre la trama. Ne sapremo di più, fra qualche settimana.
Per quanto riguarda me...be', darò informazioni in un'altro post, per lasciarvi leggere in tranquillità il capitolo. Buona lettura ^^ E lasciate un commento!

Autrice: RIRI
Capitolo 7

Il torneo era ormai alla fine e ancora non era riuscito ad assolvere il suo compito. Quando suo padre l'aveva raccomandato per fare in modo che fosse tra i partecipanti, aveva però chiesto in cambio da lui un favore. Già... un favore che non aveva ancora ben capito come eseguire.
Sentì dei passi alle sue spalle, ma non ebbe bisogno di voltarsi per sapere di chi si trattava.
  • Dove sei stata fino ad ora? – chiese, senza degnarla di uno sguardo. Sentì una risata sghignazzata.
  • In giro a divertirmi. –
  • Martes. Sai bene quanto me che non siamo qui per perdere tempo. –
  • Calmati, Natural. – gli si sedette affianco, accoccolandosi fastidiosamente contro il suo braccio. Quella ragazza, se voleva, era più appiccicosa di una sanguisuga e la cosa gli dava parecchio fastidio. Soprattutto quando la sua presenza in quanto donna lo vedeva completamente indifferente.
La scansò con uno scatto della spalla, alzandosi in piedi per avvicinarsi alla finestra.
  • Se sei qui, vuol dire che hai notizie per me? –
  • Eddai, una Custode non può voler semplicemente passare un po' di tempo con il suo Protetto? –
Il ragazzo si voltò a guardarla. Era impassibile. Quel suo sguardo tanto freddo e distaccato piaceva da impazzire a Martes.
  • Sii seria. Quando mai ti è importato di me? –
  • Sempre, mio caro. Soprattutto perché tu sei il mio passaporto vivente. Se muori tu, io verrò nuovamente relegata nel regno dei cieli... e questo vorrei evitarlo. –
Natural sbuffò. Aveva scoperto che Martes era il suo angelo custode il giorno stesso in cui, a sentire lei, le era stato assegnato come Protetto. C'era di buono che non era quasi mai tra i piedi... anche se, purtroppo, quando c'era pareva voler a tutti i costi ripagare i momenti di assenza standogli appiccicata addosso. Non le importava nulla di lui, lo sapeva bene. Se non fosse stato importante in quanto Protetto, l'avrebbe già fatto fuori da un pezzo.
  • Comunque sia... – disse Martes – Ti cercava tuo padre. –
Ecco, lo sapeva. Il rospo da sputare c'era. Uscì dalla stanza senza degnarla di uno sguardo, anche se sapeva benissimo che lo stava seguendo. Quando giunse davanti ad una grossa porta dorata a doppia anta, due uomini in una strana armatura lo annunciarono.
Una volta entrato, sentì subito addosso lo sguardo gelido e maligno di un uomo. Suo padre. Come ogni volta, un brivido gli percorse la schiena.
  • Sei qui, ragazzo mio... – suo padre se ne stava seduto su un trono di eccellente fattura, adornato da gemme e filigrane d'oro.
  • Mi hai cercato? –
  • Volevo novità. Ti ho affidato un compito, Natural... –
  • Purtroppo è ancora presto, padre. La persona che stiamo cercando non si è ancora svelata. –
  • Sei sicuro di quello che dici? –
  • Sì. Si parla dell'altro me. Se si fosse rivelato, l'avrei sentito. –
  • Fai in modo che venga allo scoperto in fretta, allora... non posso più aspettare. Sono già riuscito con te ad ottenere il Potere Nero e, per quanto mi sia più congeniale, ho purtroppo anche bisogno di quello Bianco per farlo funzionare. –
  • Questo lo so, padre, ma... –
  • E allora muoviti!!! – tuonò, facendo rimbombare la voce per tutta la sala. Il ragazzo indietreggiò, abbassando la testa.
  • Non voglio parole o stupide scuse! Voglio fatti! Voglio ciò che mi spetta!!! Natural... io ti ho dato la mia fiducia. Non farmene pentire. –
  • no, padre. Stai tranquillo... –

Un grido trafisse i muri di casa Ketchum quando il sole di mezzogiorno era alto in cielo. Ash si soffiò sul polso dolente, ben lontano da sua madre, che lo minacciava con garza e scotch.
  • Sei impazzita a stringere così tanto?! Se non era rotto lo è adesso!!! – sbraitò il moro con le lacrime agli occhi.
  • Oh, non fare il bambino! È già gonfio e se non lo medichi con le giuste pomate non passerà prima di domani! –
Con fare esperto, Delia intercettò la fuga del figlio, agguantandolo per la collottola e afferrandolo forte al polso dolente, immobilizzandolo immediatamente. Lo fasciò velocemente per mantenere la medicazione fresca ed efficace, quindi lo mollò.
  • Fatto! Ci voleva tanto? –
  • Sì!!! – piagnucolò lui, proteggendosi il braccio come se fosse stato un bebè.
Qualcuno suonò alla porta. Delia guardò Ash, ma anche lui pareva spaesato. Se nemmeno lui aspettava visite, allora forse il Professor Oak era in visita...
Andò ad aprire, pulendosi le mani con un canovaccio per eliminare i residui di pomata che aveva messo su Ash. Quando aprì la porta, non si ritrovò davanti il professore, bensì una ragazza minuta dal folto codino rosso tramonto.
  • Ciao. Posso aiutarti? – le chiese gentilmente, notando il suo sorriso imbarazzato.
  • Salve signora... io... cercavo Ash. –
  • Misty? – alle spalle della donna spuntò Ash, che la guardò parecchio stupito. – Che ci fai qui? –
  • È una tua amica, tesoro? –
  • Sì, frequentiamo la stessa classe. –
  • Allora entra, cara! Non startene lì, forza! –
Ash si scansò, mentre sua madre trascinava letteralmente Misty fino in salotto, dove si sedette sul divano. Se fosse stata un cane, avrebbe avuto le orecchie basse e la coda fra le gambe. Probabilmente anche lei si chiedeva che cosa ci facesse lì.
Quando le raggiunse, Delia la stava invitando a restare per pranzo e Misty cercava di declinare l'offerta, rossa come un pomodoro.
  • Sai, ti conviene accettare. – si intromise, sporgendosi dallo schienale del divano. – I manicaretti di mia madre sono insuperabili! –
  • Oh... ehm... allora... credo che accetterò. –
Delia approvò entusiasta, sparendo in cucina. Rimasti soli, Ash fece per sedersi accanto alla ragazza, ma fu anticipato da Pikachu, su cui per poco non si sedette. Lo guardò infastidito e prese posto sul lato opposto. Misty sorrise divertita, accarezzando le guance rosse del topo giallo.
  • A cosa devo questa visita? – le chiese Ash, sorridendo.
  • Bhe, ecco... – posò il suo sguardo sul polso fasciato – Volevo sapere come stavi... –
  • Cosa? Ancora con questa storia? – rise – Sto benone, te l'ho detto! Non è niente! –
  • Però è.... –
  • Fasciato? Non ti preoccupare, questa è mia madre che esagera. –
Dalla cucina arrivò un “ti ho sentito” da parte di Delia, ma Ash lo ignorò di sana pianta, sorridendo e facendo finta di niente.
  • Sei poi andata al laboratorio del professor Oak? –
  • No, sono arrivata adesso e contavo di andarci oggi. –
  • Fantastico! Allora ti accompagno, sempre che a te vada bene. –
  • Cos... certo, va benissimo! Mi sarà utile avere qualcuno che conosce la strada, così risparmierò tempo. – scoppiò a ridere lei.
Ash la osservò. In confronto a quella scena, i loro incontri passati parevano dei disastri. Ora Misty sorrideva, invece che essere sempre e costantemente con il broncio.
Una voce li chiamò dalla cucina e i due filarono a tavola, seguiti dal piccolo topo elettrico.

Come promesso, quel pomeriggio si accinsero ad andare assieme al laboratorio. Ash stava per infilarsi il suo cappello sulla testa, quando il campanello suonò ancora.
  • Ancora? E adesso chi sarà? –
Misty, alle sue spalle, rimase seduta sulle scale, attendendo la partenza. Ash aprì la porta, rivelando un ragazzo scuro di pelle piuttosto alto, con scarmigliati capelli castani e occhi fini.
Per un attimo, Ash rimase interdetto, poi sul suo volto si disegnò un largo sorriso a trentadue denti.
  • Brock!!! –
  • Ehi, amico, come va? Ti trovo bene! –
Entrambi sollevarono la mano destra, afferrandosela con forza. Lo sguardo del nuovo ragazzo di nome Brock, scivolò alle spalle dell'amico, cadendo su Misty.
  • Ehi, ciao. – la salutò. Lei alzò una mano per ricambiarlo. Brock prese Ash per la collottola, avvicinandolo abbastanza per sussurrargli all'orecchio.
  • Allora, amico mio, vedo che ti tratti bene... chi è la donzella? –
  • Eh??? – Ash divenne immediatamente rosso come un pomodoro. Scansò l'amico di malagrazia, facendo finta di niente. Iniziò le presentazioni come se niente fosse, sebbene il rossore non se ne fosse ancora del tutto andato.
  • D-dunque... Brock, lei è Misty, una mia compagna dell'Istituto. Misty, lui è Brock ed è... –
  • Il suo migliore amico. – concluse quello per lui.
  • Oh... – Misty sorrise, alzandosi in piedi e porgendo la mano a Brock. – Bhe, fa sempre piacere che uno scorbutico come Ash abbia altri amici. –
  • Come mi hai chiamato, prego? –
  • Sto scherzando! – gli fece la moca, senza smettere di sorridere.
Decisero di andare tutti e tre insieme fin al laboratorio e, durante la strada, Brock spiegò a Misty come aveva conosciuto Ash, come avevano instaurato quella forte amicizia e dei viaggi fatti assieme a lui e ad altri ragazzi. Sembrava tutto così meraviglioso, che Misty desiderò esserci potuta essere. Messa a confronto con tutto quello, la vita che lei aveva condotto fino a quel momento a Cerulean le pareva insipida e monotona. Quasi triste.
  • Eccoci qua. –
Quando bussarono alla porta, ad aprire fu un ragazzo dai capelli neri tirati indietro con una fascia verde.
  • Eilà! Brock! Quanto tempo! –
  • Ciao Tracy. Siamo venuti a fare una piccola visita, disturbiamo? –
  • Ovvio che no! Il professore è nel parco. Forza, entrate! –
Nel farli entrare, notò che oltre ai due ragazzi, c'era anche una terza figura: una ragazza piuttosto carina che li seguiva come un'ombra. Diede di gomito ad Ash.
  • Ehi, dimmi un po', non è che finalmente Brock ha trovato qualcuno? – gli sussurrò, mentre Brock chiacchierava animatamente con la ragazza.
  • Che? –
  • La ragazza! È la sua fidanzata? –
Nuovamente, Ash percepì le guance in fiamme, oltre che un brivido di fastidio al pensiero che quei due, insieme, dessero quell'impressione. Non fece in tempo a darsi una motivazione, che Tracy lo superò, andando dagli altri due ospiti.
  • Noi non ci conosciamo! Sono Tracy, l'assistente del professor Oak. –
  • Io mi chiamo Misty. Frequento la stessa classe di Ash. –
  • Ah! Allora ho sbagliato persona! – mormorò adocchiando il moro con un sorrisetto che la diceva lunga..
  • Come, scusa? –
  • Niente, niente! Forza, venite! Resterete stupiti dalla grande quantità di pokémon presenti ne nostro parco! –
La giornata proseguì piuttosto tranquilla, senza avvenimenti particolari o degni di nota. Misty trovò il professor Oak molto amichevole e ben disposto nei suoi confronti. Le spiegò un mucchio di cose sul suo lavoro o su certi comportamenti tenuti dai pokémon in determinate situazioni. Insomma, per quella giornata dimenticò perfino di essere una Custode. Si divertì così tanto, ridendo e scherzando con quei nuovi ragazzi che fin da subito le avevano dato confidenza, che per un attimo le era sembrata di essere una di loro in tutto e per tutto. Una normalissima ragazza felice di passare giornate del genere con i suoi amici. Ma purtroppo sapeva bene che non era così... poteva giocare quanto voleva all'umana, ma la solfa non sarebbe cambiata. Lei sarebbe per sempre stata infinitamente diversa da loro e, per quanto magari lo sperasse, le loro vite non si sarebbero mai intrecciate più di quanto non consentisse il rapporto Custode-Protetto. Ci sarebbe per sempre stato un pesante velo a dividerli.
  • Sei sempre così pensierosa? –
Misty se ne stava rannicchiata davanti ad uno dei laghetti del parco, assorta nei suoi pensieri che scorrevano veloci come l'acqua davanti ai suoi occhi, smossa da qualche Goldeen. Quando si voltò notò che Brock l'aveva raggiunta e la stava osservando sorridente in attesa di una risposta.
  • No... cioè... non lo so. – ammise ridendo. – Do questa impressione? –
  • A dire il vero... a volte sei la più partecipe e altre volte ti chiudi in te stessa. O almeno, questa è l'impressione che dai a me. Sembri parecchio... in lotta con te stessa. –
  • Davvero? Bhe, immagino che sia così... non sto vivendo un bellissimo periodo. –
  • Ash mi ha raccontato qualcosa... – disse, buttando in acqua alcune briciole di pane, che subito vennero mangiate dai pokémon.
  • Cosa ti ha detto? –
  • Del torneo. Di quel che è successo. A quanto pare tra i concorrenti c'è qualcuno che proprio non ti piace, eh? –
  • Purtroppo... – sospirò – La sua presenza è più significativa di quanto si pensi. Non sono tranquilla... –
  • Domani Ash se la vedrà o con lei, o con gli altri due partecipanti. Sono tutti parecchio agguerriti, ho visto gli incontri alla televisione. –
  • Già. – Misty si alzò in piedi, pulendosi le ginocchia dall'erba e dal terriccio umido. Il modo in cui Brock le parlava era calmo e misurato. Come quello di un fratello maggiore che spiega o rassicura il minore. Sorrise. Era sicura che era proprio quella diversità da Ash ad averli resi così tanto amici. Si compensavano a vicenda, in un certo senso. Era bello sapere di non essere l'unica a cercare di fargli mettere la testa a posto.
Quando il sole calò e lasciarono Tracy e il professore, Brock se n'era già andato da un pezzo verso casa Ketchum, con l'intenzione di aiutare Delia a preparare la cena. Pikachu gli era corso dietro per assicurarsi che non facesse troppo il cascamorto, come suo solito.
  • Perché non mangi da noi? – le chiese ad un tratto Ash, sulla strada del ritorno.
  • Ti ringrazio, ma è meglio di no. Preferisco attraversare il bosco adesso, piuttosto che a notte fonda. Almeno ora non ci sono in giro troppi coleotteri. –
  • Capisco... –
Si fermarono davanti al bivio che li avrebbe separati. Una strada usciva dal paese. Quella che avrebbe dovuto prendere Misty.
  • Bhe, ci vediamo allora. – fece per voltarsi, ma Ash continuò il discorso.
  • Grazie per la visita. Mi ha fatto piacere. –
Misty si voltò a guardarlo, sempre più stupita. Quell'Ash non aveva davvero niente a che vedere con quello che aveva visto il primo giorno in quel mondo. O forse.... non l'aveva mai visto davvero?
  • Ehm... figurati. Piuttosto... ti fa ancora male il polso? –
  • Ma no, fidati. –
  • Fammi vedere. – senza aspettare una risposta, glielo afferrò, osservando la fasciatura.
Sorpreso dal gesto improvviso della ragazza, Ash arrossì fino alla punta delle orecchie, senza sapere che cosa dire. La mano di Misty era parecchio più fredda della sua e il contatto gli fece uno strano effetto.
Lei gli strinse appena più forte la mano per un istante, prima di lasciarlo andare.
  • Direi che è a posto. Niente preoccupazioni per domani, allora. –
  • Te l'ho detto. – le rispose, riprendendosi.
Misty gli sorrise tranquilla, prima di voltarsi, avviandosi verso il bosco. Ash rimase lì ad osservarla, finché non svanì dietro i primi alberi. Sentiva ancora il fresco della sua pelle sulla mano, sebbene non ci fosse più stretta. Solo in quel momento si rese conto di una cosa strana: il polso non gli faceva più assolutamente male!
Si tolse la benda, sicuro di trovare stampato sulla pelle l'ematoma lasciato dalla caduta e invece... era totalmente illeso. Sbatté le palpebre un paio di volte, incredulo.
Alzò la testa verso il bosco, là dove Misty era sparita. Possibile che... no, era impossibile! Cosa andava a pensare?!

La mattina arrivò prima di quando tutti si aspettavano. Ash aveva raggiunto il suo Istituto con la prima corriera e lì avrebbe aspettato assieme ai suoi compagni il bus che li avrebbe portati allo stadio. Seppure ormai ci fosse ancora lui in gara, nessuno dei suoi amici voleva rimanere lì. Tutti sarebbero venuti a vederlo combattere... o quasi.
  • Melody. – disse Ash, avvicinandosi alla ragazza, fermando un discorso animato che questa stava facendo con Richie. – Hai visto Misty? –
  • No. Non è ancora arrivata? –
  • No... niente, scusa l'interruzione. – le sorrise, allontanandosi.
Si ritrovò a sperare che non le fosse successo niente durante il ritorno all'albergo. Dopotutto, il sole era già tramontato e il bosco non è esattamente uno dei luoghi più sicuri... ma no, che razza di pensieri faceva? Misty non era indifesa, l'aveva visto. Magari non aveva sentito la sveglia, tutto lì.
Non si era accorto che, nel frattempo, Melody si era allontanata senza che nessuno, a parte Richie, che aveva mollato con una scusa, se ne accorgesse.
Entrò in un vicolo, lontano da sguardi indiscreti.
  • Misty! Lo so che ci sei, vieni fuori! –
Dopo neanche un secondo, una figura prese forma sopra la sua testa: una ragazza dai lunghi capelli rossi e dalle folte ali color acquamarina.
  • Come mai non stai con lui? Oggi più che mai avrebbe bisogno del tuo supporto. Sei il suo Custode, no? –
Misty planò lentamente a terra, con la bocca di traverso e lo sguardo corrucciato fisso sull'asfalto sporco del vicolo.
  • Oggi no. Non posso farmi vedere. –
  • E perché? – sospirò Melody, ormai abituata ai viaggi mentali dell'amica.
  • Oggi è meglio così. Non sono tranquilla. Sento che succederà qualcosa. Se vengo con voi e dovesse capitare di agire, non potrei spiegare la mia sparizione o, al peggio, qualcuno potrebbe vedermi prendere le mie vere sembianze. No, è meglio così. –
  • Ci rimarrà male, lo sai? –
  • Chi? Ash? Ma figurati! Ha tutti voi che gli date appoggio, cosa vuoi che gliene importi di me! – commentò con un sorrisetto presuntuoso e tono noncurante.
  • A volte mi chiedo se sei stupida o se la fai. – mormorò Melody, quasi in un soffio.
  • Come hai detto? –
  • Ho detto che dovresti darti una svegliata, cara mia. E se non capisci cosa intendo, pensaci. –
Misty la osservò mentre le dava le spalle per raggiungere il gruppo di ragazzi. Il bus era arrivato e tutti stavano salendo a bordo. Che cosa aveva voluto dire con quella frase?

I due incontri di semifinale vennero decisi poco dopo l'arrivo dei partecipanti. Lo stadio era meno gremito che all'inizio del torneo, ma c'era comunque abbastanza gente per riempire gli spalti. Ash si sarebbe battuto nel secondo turno e il suo avversario sarebbe stata... si voltò verso Vera, che in quel momento lo affiancava, con in braccio Pikachu, che sarebbe stato con lei sugli spalti.
  • Stai molto attento, Ash. – lo avvisò, serissima – Ricorda quello che è stata capace di fare a Melody. –
  • Lo so bene. Ma non ho la minima intenzione di perdere contro una persona come lei. –
Di lì a poco si sarebbe scontrato con Martes. Il sorriso maligno che sfoggiava perfino nella foto sul display gli metteva addosso quella rabbia sufficiente per volerla vedere stesa a terra, magari con una guancia gonfia. Sarà stata anche una ragazza, ma era un'arpia. Non aveva ancora dimenticato in che modo aveva infierito su Melody o come avesse schernito Misty per la sua sconfitta. Strinse i pugni. Non intendeva perdonarla e il modo migliore per fargliela pagare era batterla in quell'incontro. Non avrebbe accettato di perdere contro qualcuno che utilizzava l'odio e il sadismo come fonte di forza. Era una questione di principio, oltre che d'orgoglio.
Per altro, il primo incontro, quello tra Alberta e il ragazzo di nome Natural, pareva non finire più. Ormai erano in campo da ore e ancora nessuno dei due dava cenno di volersi arrendere. Ma quel che più scioccava era il fatto che Alberta, tra i due, fosse quella più malridotta.
Dopo averla vista lottare contro Misty e dopo aver visto il modo in cui si era appropriata della vittoria, si era convinto che fosse dotata di una forza e abilità fuori dal comune. Ma adesso... vederla messa quasi in ginocchio da quel ragazzo... lo faceva ricredere su tutta la linea. Era lui quello veramente pericoloso.
Alberta scattò un'ultima volta, ma Natural alzò una mano, colpendola in pieno con una scarica elettrica degna di questo nome. La ragazza, ancora nell'atto della corsa, stramazzò a terra. Muoveva a malapena le mani per cercare di alzarsi, ma era tutto inutile. Non ce la faceva.
Natural era il vincitore.
Ancora scioccato da quell'incontro, non si rese ben conto che di lì a poco sarebbe toccato a lui. Se ne ricordò, non appena sentì una voce chiamarlo. Quando si voltò, vide un bambino occhialuto correre verso di lui. Teneva in mano una grossa macchina fotografica.
  • Ehi, Max! Ci sei anche tu? –
  • Sì e ci sono anche la mamma e il papà. –
  • Norman è qui? – chiese entusiasta. Erano anni che non vedeva il capopalestra di Petalipoli.
  • Ti faccio i miei migliori auguri, Ash! Vedi di vincere, perché alla fine avrai un gran bel servizio fotografico da sfoggiare! –
  • Allora non posso proprio perdere! – gli fece l'occhiolino. Max aveva il vizio di documentare tutti gli incontri che vedeva e di imparare a memoria ogni tecnica usata da un determinato allenatore. Più di una volta Ash si era ritrovato a pensare che quel suo piccolo passatempo pareva sfiorare il fanatismo.
Si voltò verso il televisore. Martes era già in campo e lo attendeva a braccia incrociate. Lo fissava attraverso lo schermo, quasi lo vedesse, e sorrideva. Foto o no, non poteva perdere.
Lucario, che già aveva estratto da tempo, pareva pensarla esattamente come lui.
Come sempre mantenne indosso solo un paio di pantaloni e una canotta nera con sopra lo stemma della sua scuola, non potendo distruggere la divisa o qualsiasi altro indumento, altrimenti chi l'avrebbe sentita sua madre?
Infilò i mezziguanti, il bracciale metallico e fu pronto. Pose il suo berretto in testa a Max, che gli sorrise incoraggiante, quindi avanzò verso l'arena, con Lucario al seguito.
Quando prese posizione e l'arbitro diede il via, gli sembrò quasi di muoversi in un sogno. Le urla dei tifosi erano assordanti e Martes, affiancata dal grosso Purugly, pareva attendere con il solito sorriso cinico una sua mossa.
Scosse la testa, prendendosi a schiaffi. Doveva riprendersi o non avrebbe concluso niente. Guardò Lucario e entrambi allungarono una mano, facendo apparire un bastone luminoso. Non gli serviva utilizzare il bracciale di sincronizzazione. Ash poteva usufruire dell'aura proprio come il suo pokémon, ma aveva imparato a modellarla solo dopo l'iscrizione all'Istituto.
  • Andiamo, amico mio. –
Scattarono verso i loro avversari senza alcuna esitazione. Un attacco frontale era facile da contrastare, ma non aveva mai sperato che andasse a segno. Il suo obiettivo era far smuovere il suo avversario, così da poter capire come meglio colpirlo.
Brandì il bastone contro Martes, che lo schivò con una capriola all'indietro, mentre Purugly la imitava. Continuarono così per un po', prima che Ash decise che era il momento che anche i suoi avversari facessero qualcosa. Arretrò assieme a Lucario e fece finta di abbassare la guardia. Come aveva previsto, Martes scattò di lato nella speranza di sorprenderlo alle spalle, ma ad accoglierla ci fu un poderoso calcio che la spedì a terra. Ash fece per colpirla con il bastone, ma lei rotolò su un fianco, schivandolo. Il corpo a corpo durò ancora per qualche interminabile minuto, prima che, con un colpo secco del braccio, Martes frantumò il bastone luminoso di Ash.
Quella ragazza aveva una forza spaventosa. Non era normale riuscire a spezzare l'aura modellata così facilmente. Percepì il dolore come se avessero colpito lui e, in un certo senso, era così: l'aura faceva parte del suo essere. Se veniva danneggiata quando ancora era legata a lui provava dolore, se invece la separava dal suo corpo, si stancava.
Martes fece per colpirlo con un pugno, ma Ash si abbassò abbastanza in fretta per schivarlo. Lo spostamento d'aria che ne seguì, gli fece intuire che, se lo avesse preso, di sicuro gli avrebbe rotto la mascella.
Si gettò di lato con una ruota, fischiando per richiamare a sé Lucario, che infatti lo raggiunse neppure cinque secondi dopo. Una sorta di energisfera apparve nelle mani di entrambi e venne lanciata con gittata mirata.
Martes ne deviò una con un colpo del braccio, mentre Purugly venne preso in pieno. Martes lo ignorò di sana pianta, scattando attraverso il fumo che si era creato, raggiungendo Ash e agguantandolo per un braccio.
  • Non hai ancora capito, moccioso? Perderai! – gli sibilò con gli occhi carichi di malignità.
Ash percepì il braccio ustionare e si accorse solo in quel momento che la mano con cui Martes l'aveva afferrato era circondata dal fuoco. Gridò dal male, divincolandosi, ma non c'era verso. Sembrava una morsa d'acciaio.
  • Oh, ti prego, resta ancora un po'. Lascia che guardi e che pianga! – il viso della ragazza si era tramutato in una smorfia di puro fanatismo maligno.
  • Ma che cosa stai dicendo?! –
  • Ti fa male, Ash? Diglielo! Urlalo!!! –
  • Ma di chi stai parlando?!? – il grido del ragazzo si propagò forse per tutta l'arena anche senza il bisogno di microfoni. Ormai il dolore era insopportabile. Materializzò nella mano libera un'altra sfera d'aura e la piantò in pieno viso a Martes. Stavolta ci riuscì. La ragazza venne sbalzata all'indietro e perse la presa su di lui.
Ash sentiva il cuore a mille. Il braccio era piagato e la testa gli girava non poco, forse anche a causa dell'enorme quantità di ossigeno che ingoiava ad ogni respiro. Solo confusamente vide Martes puntare una mano verso di lui. Una vampata di fuoco apparì dal nulla, investendolo in pieno... o almeno, avrebbe dovuto.
Ash sbatté le palpebre confuso, mentre vedeva distintamente il fuoco biforcarsi davanti a lui, evitandolo, come se una barriera lo stesse proteggendo. Eppure... non c'era niente. Le fiamme si spensero e tutto ciò che vide fu il viso trionfante di Martes. Perché sorrideva così? Che cos'aveva in mente?
Stava ancora per attaccarla, quando lei crollò in ginocchio, alzando le braccia in segno di resa.
  • Mi arrendo. Non ce la faccio più. – ma dal tono con cui l'aveva detto, non si sarebbe mai detto.
  • Ma che cosa stai dicendo?! Alzati e combatti! – urlò Ash, che voleva fargliela pagare.
  • Vorresti infierire su una persona esausta? –
  • Tu non sei affatto esausta, bugiarda!!! –
Fece per aggredirla, ma Lucario gli posò una zampa sulla spalla. Lo fermò appena in tempo. L'arbitro lo aveva appena proclamato vincitore e se avesse infierito sulla sua avversaria sarebbe stato squalificato.
Si morse il labbro, per niente soddisfatto di una vittoria del genere. Nel momento in cui volse le spalle per andarsene, Martes decise di colpo che non era ancora finita. Materializzò una grossa sfera di fuoco in una mano e la lanciò a pochi metri dal ragazzo. Nello stesso istante in cui sfiorò terra, esplose come una granata, diffondendo un'ondata di vento e fiamme che avrebbe disintegrato qualsiasi persona.
Ash fece solo in tempo a voltarsi e a percepire il calore sulla pelle, assistendo incredulo al grosso muro di fiamme che presto gli si sarebbe chiuso addosso.
Prima di chiudere gli occhi per proteggersi, vide un lampo verde acqua e uno sprazzo arancione, ma non ci diede attenzione, perché neanche un istante dopo per lui fu tutto buio e silenzio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sì, ce l'ho fatta! Son la prima! E ora voi starete dicendo: sta qui non è normale, si commenta la fic da sola... ebbene, c'è una spiegazione, che ha pure un nome: Ser.
Spiego meglio... l'altro giorno ho letto la tua nuova fic, Ser, ma non essendo iscritta a EFP non ho potuto commentare! T_T Spero che Ya_Chan non ne abbia a male se scrivo due righe qui.
Bhe... MI PIACE TANTISSIMO! Ecco, adesso sono io che sclero a dover aspettare una settimana! D: Mi intriga tantissimo e allo stesso tempo mi mette il panico perché continuo a pensare "oddio e adesso? Che succederà, che farà??" ahahaha, ok, lasciamo perdere le mie pare mentali.. ^__^ Spero in un prossimo capitolo questa settimana! E, mi raccomando, solo perché non trovi miei commenti non vuol dire che non la stia leggendo! Solo... non POSSO COMMENTAREEE! TT__TT
Ok, la finisco qui... e ovviamente mi aspetto un tuo commento su Angelus. ^__^
Bacioni, Riri
P.s. Se anche qualcun'altro vuole commentare, guardate che non ne ho mica a male, eh?

Anonimo ha detto...

Eccomi, Riri! Wow, sono contenta che ti piaccia la mia storia, anche se è solo il primo capitolo ^^ Pubblico un cap ogni sabato! Che bello, ci commentiamo le storie a vicenda sotto Angelus XDDDD
Ok, parliamo di cose più serie, adesso, quindi appunto di Angelus.
MARTES MUORIIIIIIIIIIII! èOé Non la sopporto, deve schiattare, ma quella non sta bene O.o Ma datele un calmante...
Oh, e non so chi è Natural ^^'' Non ne ho la più pallida idea O.o So solo che la cosa si fa intrigante. Nero, bianco, energia nera e bianca... Di che cosa stanno parlando!??? (dopo ti dico le mie ipotesi ù___ù)
Ash e Misty sono trooooooooooppo carini *w* Che pucci! Che amori! (che esagerazione n.d.Gary)
Delia è, insieme alla sorelle di Misty, il mio mito vivente ù___ù Io stimo quella donna! XDDD Lei è tipo la più grande pokéshipper dell'anime ù.ù E tu l'hai fatta troppo IC! *applaude*
Allora, vediamo un pò... Sono arcicerta che ovviamente è Misty ad aver salvato Ash. Naturale. Però ho solo paura che venga scoperta °0° Anche se se viene scoperta mi levo un peso dallo stomaco XDDD
Ah, riguardo a quella cosa del nero e del bianco... Ho come l'impressione che il bianco sia Ash ù.ù Sì sì, il bianco è Ash e quindi viene rapito e Misty lo deve salvare *0*
Melody sta partendo con le sue ipotesiiiiiiiiiii! ^0^ Siiiiiiiiii! Grazie! Fra poco diventerà proprio la pungente Melody del film 2 che tutti conosciamo, ma mi accontento della sua frase sibillina per questa settimana ^w^
Ok, allora... Non so, non riesco a fare ipotesi su ciò che succederà O.o Secondo me beccano Misty nella sembianza angelo... Però forse è un pò troppo prestino... Non lo so!!! ç0ç
Mi anticipi qualcosa? *w*
D'accordo, e detto questo ti lascio! Complimenti, lo sai che adoro le tue storie!! *applaude*
E grazie dei complimenti alle mie fic! Non me li merito ^^''
Un bacio!
Ser <3

Anonimo ha detto...

Aaaalluuraaa... andiamo per ordine: sì, mi piace da matti la tua fic e sì, penso che i MIEI commenti li scriverò qui, sotto Angelus... almeno per ora... finché c'è Angelus... poi vedremo. ^0^
Poooi...Martes. Mi è venuta bene come cattiva, eh? Bhe insomma rappresenta il tipo di persona che io prenderei a schiaffi dalla mattina alla sera... no, non è vero, quella è Marina... ma lasciamo perdere. U_U
Natural. Non sai chi è? Sì, all'inizio nemmeno io sapevo che si chiamasse così, ma, anche se esiste, nell'anime non si è mai visto. Comunque sia, se vai su google lo trovi subito. ^_^
Davvero pensi che Delia mi sia venuta IC?? Bhe, per le poche apparizioni che fa.. ahahaha ^__^ però menomale! Almeno lei... U_U
Melodyy... uhm... sssì.... dunque... mi sono riletta la fic e mi sono resa tristemente conto che non centra un'emerita mazza con la VERA Melody... però boh, lascio a voi i commenti su questo.
Aaanticipazioni, come sempre! ^0^ Dunque, vediamo un po'...
nel prossimo capitolo si comincerà a delinearsi un pochino di più la trama principale e si capirà meglio tutto "l'intrigo" che c'è dietro. Ash comincerà ad avere dei dubbi e Misty avrà un serio bisogno di tranquillanti. Inoltre, ci sarà il ritorno di alcuni personaggi che si pensavano ormai persi nel corso della storia. Basta. Non saprei che altri dire senza raccontare tutto il capitolo per filo e per segno.
Ora ti saluto che mi sa che ho scritto pure troppo.
Bacioni
Riri
P.S. VEDI DI PIANTARLA CON QUESTA BASSISSIMA AUTOSTIMA! XDD Scrivi bene e le tue storie sono fantasiose e intriganti! Poi a me, che piacciono le storie in cui capita qualcosa di brutto al protagonista, mi fanno morire! Quindi NON DIRE che non ti meriti i complimenti, perché non è vero! XDDD