Migliori Siti
Commentare... com'è facile! Provaci anche tu!

10 ottobre 2012

Fic: Angelus


Autrice: RIRI

ANGELUS
Capitolo 10
Nonostante tutti gli ultimi avvenimenti e i problemi, il tempo non si era fermato e domenica arrivò, assieme alla finale del torneo.
In quei giorni Misty aveva cercato di tranquillizzare Ash, sempre più agitato per via della sparizione della madre, mentre Adriano aveva fatto il possibile per scoprire il luogo in cui era tenuta prigioniera.
Daisy, Violet e Lily si erano insediate a casa di Ash e, con una scusa, anche Misty aveva chiesto al ragazzo di poter restare. Ovviamente aveva acconsentito.
Nessuno, a parte loro, sapeva come si sentisse Ash quel giorno. Tutti i loro amici erano presenti, sorridenti e spensierati come al solito. Pronunciarono i loro auguri, gli diedero pacche sulla schiena in segno di incoraggiamento. Non vi era la minima idea di che cosa ci fosse dietro quella sfida che di lì a poco si sarebbe disputata.
Misty bussò alla porta del camerino privato di Ash. Gli era stato assegnato in quanto finalista. Era rintanato là dentro da quando erano arrivati allo stadio, cioè ore.
Non ricevendo risposta, Misty decise di aprire comunque. Ash era seduto davanti al grosso specchio, con i faretti puntati in faccia. Aveva la testa chinata e stava osservando qualcosa che a tutti gli effetti pareva una foto.
Si avvicinò, cercando di sbirciare l'immagine, ma non appena Ash la vide la ripose immediatamente.
  • Misty! Non ti ho sentita arrivare... –
  • Già e ho anche bussato. –
  • Ah sì? – Ash sorrise imbarazzato, ma in quel sorriso c'era tutt'altro che felicità.
Misty si sedette sulla sedia vicino, osservando il volto di Ash attraverso lo specchio.
  • Ash... tutto bene? –
  • Ti direi di sì, ma sapresti che mentirei. –
Misty percepì una stretta al cuore. Vederlo in quelle condizioni la faceva sentire malissimo. Un empatico come lui, condannato a percepire le emozioni altrui, come minimo non avrebbe mai dovuto sperimentarle in prima persona. Non era giusto.
  • Ash... – gli afferrò una mano. Il ragazzo si voltò a guardarla, seppure lei continuasse ad osservarlo dallo specchio – Finirà tutto bene, fidati di me. Risolveremo ogni cosa, te lo posso assicurare. –
  • Sei gentile a dirlo... – mormorò lui in risposta. Nonostante la rassicurazione, però, Ash non pareva minimamente tranquillizzato.
  • Senti, Misty... –
  • Dimmi. –
  • C'è una cosa... di cui vorrei parlarti da giorni... – vide la sua mano scivolare verso la tasca in cui aveva riposto la fotografia.
  • Ossia? Sai che con me puoi parlare di qualsiasi cosa. – gli disse sorridente. Lui parve esitare,
  • Io... probabilmente mi prenderai per pazzo, ma... – arrossì, spostando lo sguardo da un'altra parte.
Misty lo guardò senza capire. Perché non parlava? Era così terribile quello che doveva dirle?
  • Ma? – lo incoraggiò.
  • Misty... c'è una cosa che volevo chiederti... tu... –
La porta si spalancò di botto, facendo sobbalzare entrambi. Ansimante come non mai, sulla soglia vi era un Barry piuttosto agitato. Subito dietro di lui spuntarono Vera e Brock.
  • Ash, faresti meglio a venire! – gli disse la ragazza.
  • Non sono sicuro che ti farà piacere... – aggiunse Brock con un mezzo sorrisetto divertito.
Ash si alzò dalla sedia, seguendo i ragazzi e lasciando Misty sola in camerino. La ragazza si guardò allo specchio con espressione corrucciata: che cosa voleva dirle Ash?
Ash seguì Brock e Vera fin al tunnel che portava in campo. Lì trovarono Gary, Lucinda, Fortunata, Marina, Richie e Melody.
  • Si può sapere che succede? – chiese il diretto interessato. L'intero stadio era un boato solo. Gli spettatori stavano protestando a gran voce, fischiando e ululando il loro disappunto. Ash non ci stava capendo più niente.
  • Hai vinto, amico. – gli spiegò Barry. Ash lo guardò senza capire. – Il tuo avversario si è ritirato. Hai vinto! –
Tutti rimasero in silenzio ad attendere una sua reazione. Una qualsiasi, visto che pareva perlopiù paralizzato.
Gli occhi sgranati con cui ancora stava osservando Barry la dicevano lunga sul suo stato umorale di quel momento. Senza dire una parola, scattò verso il campo, scansando di malagrazia Gary e Richie.
Al suo ingresso, i sostenitori di Natural scoppiarono in fischi e urli dispregiativi, che però in quel momento non potevano importargli di meno. Raggiunse di gran corsa il banco dei giudici.
  • Che cos'è questa storia? – era letteralmente furioso.
  • Il tuo avversario si è ritirato. La vittoria va a te. – gli rispose uno degli uomini.
  • Non diciamo stupidaggini! Chiamatelo! Ditegli di venire qui, subito! –
  • Non possiamo farlo, ragazzo. Il ritiro era un suo diritto come lo è per te. Ha fatto la sua scelta. –
Ash, ormai totalmente fuori controllo, stava per mettere le mani addosso ad uno dei giudici, quando Gary lo afferrò per le spalle, facendolo arretrare.
  • Datti una calmata, Ash. Ma che ti prende? –
Ash se lo scrollò via di dosso. Spintonandolo via e ritornando all'interno dello stadio. Quel maledetto... come aveva potuto fargli questo? Non presentarsi e regalargli la vittoria...
Si fermò. Gli era venuto un dubbio: e se fosse stata Martes a farlo sparire, per assicurargli la vittoria? No, non aveva senso... altrimenti perché rapire sua madre?
Poggiò le spalle al muro e si lasciò scivolare piano a terra. Forse, nonostante tutto, Martes sarebbe stata soddisfatta comunque e gli avrebbe restituito Delia. Si strinse tanto l'unghia del pollice tra i denti che la spezzò. Tutto era andato storto. Non era così che doveva essere. Sarebbe dovuto scendere in campo, avrebbe dovuto combattere e, soprattutto, vincere. Martes sarebbe stata soddisfatta e la cosa si sarebbe chiusa lì. E invece...
  • Ash! –
Misty, che probabilmente lo stava raggiungendo in campo, rimase parecchio stupita nel vederlo lì seduto per terra.
  • Che cos'è successo? –
  • Natural si è ritirato. Ho la vittoria a tavolino. –
Misty non seppe che cosa pensare. Non aveva senso... perché fare una cosa del genere? Natural era forte e aveva i suoi dubbi che Martes l'avesse fatto sparire... no, c'era qualcosa che non quadrava.
  • Contatterò Martes. – sentenziò. Ash la guardò senza capire.
  • Perché vorresti farlo? –
  • Hai vinto, no? Ora sarà contenta e dovrà tenere fede alla sua promessa. –
Fece per correre via, ma a quanto pare venne anticipata. Martes era in piedi davanti a loro, infondo al corridoio.
  • Così non va bene... – disse, con il ghigno di chi ha tutto calcolato. – Non era così che intendevo... –
  • Non raccontare balle! Ho vinto! – Ash scattò in piedi. – E ora ridammi mia madre! –
  • Temo di non poterlo fare, Ash. Vedi, avrai anche vinto, ma io non ho ottenuto ciò che volevo. –
  • Ma che cosa stai dicendo?! Volevi che vincessi e così è stato. –
  • Oh, no... la vincita era solo un espediente per raggiungere il vero scopo.... no, mi spiace. Se vorrai rivedere tua madre, dovrai venire a prendertela. Penso che il caro Maestro Adriano sappia qualcosa a riguardo. –
  • Maledetta!!! –
Ash scattò verso di lei, caricando il pugno, ma un muro di fuoco lo stoppò, facendolo arretrare. Quando svanì, Martes era sparita.
A Misty tremavano le mani. Perché tutto aveva preso quella piega? Perché ora ad essere in pericolo era perfino Delia? Quello era un incubo... non poteva tollerare oltre quella situazione. Se dovevano salvarla, l'avrebbero fatto. Anzi, l'avrebbe fatto.
Sarebbe andata da sola. Avrebbe trovato il luogo, affrontato Martes e riportato a casa la madre di Ash. E se le fosse successo qualcosa... bhe, tanto Adriano voleva sostituirla, no?
  • Misty... – la ragazza guardò Ash. La stava guardando corrucciato. Pareva soffocare la rabbia appena provata stringendo forte pugni e denti. – Conosco quello sguardo. Non ci pensare neanche. –
  • Non so di cosa stai parlando. –
  • Ah no? – le andò davanti, prendendola per le spalle – Per favore... ho già abbastanza problemi, non aggiungermene altri. Qualsiasi cosa tu abbia in mente, non farla. Non prima di avermela detta, ok? Io... io sento le emozioni che ti frullano nella testa e mi mettono in allarme. –
Misty lo guardò allibita. Non pensava che la sua empatia avesse livelli tanto sviluppati. Gli era bastato poco per intuire cosa le frullasse in testa. Ma il fatto... era che lei si sentiva tanto impotente! Era il suo Custode e non era riuscita a impedire che tutti quei dispiaceri gli crollassero addosso. Non poteva perdonarselo.

Quella sera Misty parlò alle sue sorelle del suo piano. Aveva saputo da Adriano l'ubicazione del nascondiglio in cui Delia veniva tenuta prigioniera e aveva tutte le intenzioni di andarla a recuperare quella notte, così da poter fare una sorpresa ad Ash il mattino seguente.
  • Mi raccomando, ve lo affido. – sapeva che le sorelle non erano Custodi, ma sperava che la aiutassero, in qualche modo. Anche a costo di incatenare Ash al letto.
Detto questo, uscì. Doveva arrivare fino a Unima, ma sfruttando il Volo angelico sarebbe arrivata in meno di un minuto. Prima di riprendere le sue sembianze però voleva raggiungere il bosco di Viridian. Non era tanto lontano, ma abbastanza per non essere notata da nessuno.
Dentro al bosco era buio pesto. Le fitte fronde annullavano anche quei pochi raggi lunari che almeno le avrebbero permesso di vedere dove metteva i piedi. Vabbè, poco male, tanto si sarebbe trasformata presto e avrebbe preso il volo.
Udì un fruscio alle sue spalle e qualcosa che la afferrava con forza al braccio. Si voltò, in preda al panico, pensando subito ad Adriano, ma ciò si ritrovò davanti furono gli occhi scuri di Ash.
  • E tu che ci fai qui?! –
  • Ti potrei fare la stessa domanda. – rispose lui tetro – Sbaglio, o ti avevo chiesto di startene fuori dai guai? –
  • Ma quali guai? Io sto andando... –
  • Ti ho sentito, Misty, non prendermi per uno stupido! Ti ho sentito quando parlavi con le tue sorelle e ho sentito quello che vuoi fare. Scordatelo. –
  • Ash... – sospirò. Ottimo. Che meravigliosa impresa eroica. Era stata scoperta dopo neanche un chilometro di strada.
  • Non posso permettere che tu vada da sola. – ecco, lo sapeva. Ora l'avrebbe riportata indietro e l'avrebbe tenuta d'occhio tutto il tempo. Avrebbe dovuto prendere le sue vere sembianze sopra il tetto di casa. – Ecco perché vengo con te! – aggiunse poi lui.
Misty lo guardò completamente spaesata. Ma no! Non andava bene! Se fosse andato con lei si sarebbe messo in pericolo! L'avrebbe messo in pericolo. Ma si poteva sapere perché ogni cosa che faceva finiva sempre per concludersi nel modo sbagliato?!?
  • So che dobbiamo arrivare fino a Unima. – disse lui, ormai convinto che la decisione fosse stata presa.
  • Già, ci vorrà un bel po'... – commentò Misty. Senza il Volo angelico, l'impresa diventava pressoché impossibile.
  • No, se si sa come fare. E io, lo so. –

Bhe, tutto sommato l'idea non era malaccio. Si erano infiltrati di nascosto al laboratorio del professor Oak e avevano preso in prestito la pokéball contenente l'Alakazam di Gary. Il suo teletrasporto li aveva condotti a Unima e fin lì tutto bene.... peccato che avesse sbagliato città. E purtroppo, quel viaggio di chilometri e chilometri lo aveva sfiancato a tal punto che ormai era impossibile chiedergli di rimediare. Sarebbero dovuti andare a piedi.
Camminarono per qualche ora, facendo finta di conoscere la strada, ma quando fu chiaro che si erano persi, Misty riuscì a convincere Ash a fermarsi.
  • Ormai è inutile. Se continuiamo così ci stancheremo e basta. Aspettiamo che Alakazam si riprenda e prima dell'alba gli chiederemo di portarci a destinazione. – propose. Dopo le prime riluttanze, Ash acconsentì.
Non si erano portati dietro nulla come coperte o sacchi a pelo, convinti che la storia iniziasse e finisse quella stessa notte. Bhe, si erano sbagliati e di grosso anche. Non erano stati per nulla previdenti.
In più, non avevano con sé nessun pokémon di fuoco che avrebbe potuto riscaldarli nella fredda notte. Perfino Pikachu era rimasto a casa. Bellamente addormentato nel letto di Ash, ignaro di tutto.
Ash si rannicchiò contro un albero, massaggiandosi le braccia gelide. Misty, poco più in là, si abbracciava le ginocchia, voltandosi di scatto ad ogni minimo frinire che sentiva. Era chiaro che fosse terrorizzata al pensiero di trovarsi davanti qualche insetto o roba del genere. Eppure... restava lì. Con lui.
Perché lo faceva? Tante volte l'aveva sentita pronunciare la parola “protezione”, ma mai aveva capito perché Misty si ostinasse tanto a tenerlo al sicuro. Perché si preoccupava tanto per lui? Perché, quella notte, avrebbe rischiato per salvare una madre non sua, solo per lui? E ancora, perché lui stava pensando a queste cose?!
Dopo tutti quegli avvenimenti aveva capito di essersi affezionato molto a quella ragazza, più di quanto non avesse fatto con Vera in anni di viaggi insieme. Era bastato poco per attirare la sua attenzione. Certo, avevano sempre litigato, fin dall'inizio, gridandosi addosso per la minima cosa. Molte volte aveva ricevuto anche un bello sberlone fatto per bene. Eppure, nonostante tutto non riusciva a odiarla, anzi. Se possibile si era affezionato ancor di più.
Misty dovette notare il suo sguardo insistente, perché arrossì fino alla punta delle orecchie.
  • Che c'è? Ho un ragno addosso? – gli chiese con la voce che tremava.
  • No, tranquilla. – poi però notò un minuscolo pokémon giallo scendere dall'albero. Aveva una vaga forma a ragnetto. Misty, rimasta all'erta fino a quel momento, lo notò immediatamente, strillando come un ossesso e fiondandosi al fianco di Ash, quasi strozzandolo in un abbraccio terrorizzato.
  • Aaargh!!! Che schifo!!! Mandalo via, mandalo via!!! –
Il piccoletto, più spaventato di lei, se la diede a gambe senza che Ash facesse nulla.
  • Guarda che se n'è già andato. Gli hai fatto prendere un bello spavento! – rise divertito dalla scena.
  • Scherza pure, ma io sono quasi morta d'infarto!!! – gli urlò lei in un orecchio, scostandosi appena per guardarlo in faccia.
D'un tratto si bloccò, sgranando gli occhi e notando dove si trovasse. Perché era abbracciata ad Ash? E, soprattutto, perché sentiva il cuore sfondarle il petto a quel modo?! Sentiva la faccia in fiamme e senza rendersene conto si paralizzò, persa nel pozzo di quegli occhi scuri, che la luce appena filtrata della luna rendeva brillanti.
Anche lui era rimasto in silenzio ad osservarla. Senza rendersene conto, i loro volti si erano fatti più vicini. Era stata una cosa istintiva, nessuno dei due l'aveva voluto.
Nello stesso istante in cui le loro labbra si sfiorarono, Misty percepì il corpo tremare, come se fosse stata immersa in una vasca di ghiaccio.
Che cosa stava facendo?! Era forse impazzita del tutto??? Una creatura angelica e una terrestre mai avrebbero potuto avere una relazione del genere! Era vietato, oltre che immorale! L'unico rapporto che era permesso loro era quello Custode-Protetto. Punto. Erano creature troppo diverse per far sì che la loro razza si intrecciarsi. Ciò che era rimasto ben separato per secoli, così doveva rimanere.
Si staccò da lui prima che la cosa degenerasse. Prima che anche lei perdesse il controllo. Lui sbatté le palpebre, scioccato quanto lei.
  • S-scusa... non so cosa... – farfugliò lui, scostandosi da lei.
  • N-no... sono io c-che... – Misty scosse la testa. Ormai aveva tutto fuorché freddo. Anzi, si sentiva scottare, soprattutto in viso. Si coricò, dandogli le spalle.
Fermare così la cosa le faceva un male terribile ma, d'altronde, era la regola. Semmai si fosse lasciata andare, avrebbe perso il controllo e avrebbe ripreso le sue vere sembianze davanti a lui. Ma questo era il meno peggio. Infatti, i suoi poteri avrebbero potuto anche ucciderlo.
Mai più sarebbe dovuta capitare una cosa del genere.
Mai, per nessun motivo.

Il mattino dopo, quando si svegliarono, non era neanche l'alba. Avevano ancora un paio d'ore di buio per agire e Alakazam doveva essersi ripreso sufficientemente per poter eseguire un nuovo teletrasporto.
Nessuno dei due parlò di quella notte. Fecero tutto come se nulla fosse successo. Come avevano sperato, il pokémon stavolta li portò nel luogo giusto. Si trovavano ancora in un sentiero di montagna, ma oltre le fronde, in cima ad una collina, si potevano intravedere i torrioni e le guglie di un castello.
  • Eccolo. Mia madre si trova là. –
Misty riconobbe all'istante quel luogo. Vi era una foto nella scheda di Natural, sul sito del torneo. Lì era dove abitava lui. Possibile che... fosse stata tutta una montatura? Che lui e Martes fossero stati d'accordo fin dall'inizio di portare Ash lì? Ma a quale scopo? Non aveva senso... che cosa mai potevano volere da lui?
Si ricordò delle parole di Adriano, che l'aveva messa in guardia, dicendole che il destino di Ash era cambiato. Era quello che intendeva? Ma non importava, pericolo o no, lei sarebbe andata fino in fondo. Non l'avrebbe mai e poi mai lasciato solo, quello era poco ma sicuro.
Raggiunsero il castello senza alcun problema, senza mai trovare assolutamente nessuno a sbarrare loro la strada.
Una cosa parecchio strana, pensarono. Visto così, pareva a tutti gli effetti disabitato, ma forse era proprio quella l'impressione che volevano dare.
Tutto era calma e silenzio... almeno fino a quando non misero piede nell'ingresso. Diverse fila di uomini in armatura si riversarono nel grosso atrio, sbarrando completamente loro la strada.
  • E questi da dove saltano fuori? – commentò Misty, strabuzzando incredula gli occhi.
  • Ehm, non vorrei crearvi uno scompenso emotivo ragazzi, ma... non siamo più nel Medioevo, sapete? – li informò gentilmente Ash, ma tutto quello che ottenne furono grida di guerra che ben poco lasciavano all'immaginazione.
Erano ormai rassegnati all'idea di dover combattere contro tutta quella gente, quando altre persone si aggiunsero alla mischia, stavolta però dalla loro parte. Una fila ben compatta si formò davanti a loro, come un muro protettivo.
Brock, Fortunata, Gary, Lucinda, Vera, Marina, Richie e Melody.
  • Ragazzi! – Ash era incredulo.
  • Parleremo più tardi della vostra trovata. – lo informò Gary, senza neppure voltarsi – Per ora pensate a recuperare Delia. Qui ci pensiamo noi. –
  • Siete dei veri amici! –
Senza tentennare oltre, lanciò un'occhiata a Misty, che annuì, seguendolo su per la lunga ed elegante scalinata. Salirono, salirono e salirono. Dai piani inferiori arrivavano i suoni della battaglia: esplosioni, strilla, boati...
Non poteva credere che i suoi amici fossero tutti lì. Che fossero lì ad affiancarlo. Non era solo, né mai lo sarebbe stato.
Raggiunsero una grossa porta e, quando la aprirono, non senza fatica, si ritrovarono in un ambiente totalmente diverso. Un lungo e candido corridoio si allungava a perdita d'occhio alla loro destra e ogni angolo era adornato da una bellissima fontana ben elaborata. Senza contare le fila di porte poste su entrambe le pareti.
Decisero di controllarne una ad una. Una sbirciata e via, tanto per assicurarsi che fossero vuote. Continuarono così per un paio di piani, finché Ash non sentì tremare le gambe. Era esausto. Aveva corso per ore e l'agitazione non aiutava certo a risparmiare energie. Dov'era sua madre? Perché non l'aveva ancora trovata? Quel luogo era un labirinto, ogni piano era identico all'altro!
Stava per controllare un'altra porta, quando udì un grido smorzato dietro di sé.
  • Misty? – era sparita. – Misty! –
  • Sono qui! – la vide riemergere da una delle porte. Pareva parecchio scocciata. – Questa stupida porta non si apriva. Le ho dato una spallata e sono volata dentro quando ha ceduto... comunque è vuota anche questa. –
  • Ah... ok, proseguiamo allora. –
Continuarono in silenzio per altri corridoi, finché, a quanto pare, Misty non decise che era il momento delle chiacchiere.
  • Senti, Ash... secondo me stiamo perdendo tempo. –
  • Che cosa stai dicendo? – si voltò a guardarla. Misty scrollò le spalle.
  • Sto solo dicendo che secondo me faremmo prima a trovare N e obbligarlo a dirci dove si trova tua madre. –
  • E chi è N, scusa? –
  • Come chi è? Natural, no? –
Lo superò continuando per la sua strada. Ash la seguì con lo sguardo, confuso.
  • E da quand'è che lo chiami N, se è lecito chiederlo? –
Misty si voltò verso di lui con una strana smorfia.
  • Che c'è? Sei geloso? –
  • Io gel... Senti, hai per caso battuto la testa, prima? –
Di nuovo, Misty si limitò a scrollare le spalle, per poi proseguire. Ash la raggiunse con pochi balzi svelti.
  • E comunque, chi ti dice che, una volta che sapranno che siamo qui, non ci manderanno addosso un altro manipolo di soldati? –
  • Guarda che loro lo sanno già che siamo qui. –
  • Ed è un buon motivo per andare avanti allo sbaraglio?! – la agguantò per un polso, obbligandola a frenarsi. C'era qualcosa nel suo modo di parlare e nel suo sguardo che non gli piacevano per niente.
  • Non ti sto dicendo questo. – ringhiò lei e, per un attimo, rivide la solita Misty – Ma che a mio parere, se davvero tengono tua madre prigioniera qui, di certo non la metterebbero in una stanza a caso, no? Martes e Natural la terranno vicina a sé. –
  • Come fai ad essere tanto sicura che Natural centri? –
  • Questa è casa sua, no? –
  • Sì, ma potrebbe essere una trappola di Martes. –
Misty sorrise sprezzante. Una novità quella, soprattutto se si stava parlando di Martes.
  • Ti preoccupi troppo, Ash... –
Si voltò verso di lui, scrollandosi dalla sua presa. Lentamente gli passò le braccia attorno alle spalle, abbracciandolo, senza mai perdere quell'enigmatico sorriso stampato sulle labbra.
  • Se hai paura, posso sempre andare io. – gli sussurrò in un orecchio. Ash la scansò bruscamente.
  • E adesso che cosa ti prende? – gli chiese.
  • Chi sei? –
  • Ti ha dato di volta il cervello? Chi vuoi che sia? –
Per un attimo, davanti a quella risposta brusca, ogni suo dubbio crollò. Restò immobile anche quando la vide avvicinarsi nuovamente.
  • Se sei deciso, allora andiamo. Recuperiamo tua madre. Li faremo implorare il tuo perdono. –
Con uno scatto fulmineo del braccio, Ash la colpì al petto, facendola arretrare e, soprattutto, levandosela di dosso.
  • Misty non avrebbe mai detto una cosa del genere! Tu non sei lei! –
  • Oh, andiamo, non fare l'idiota... –
  • Chi sei? –
  • Ash, che cosa ti fa pensare che non sia io? – rise lei, evidentemente scioccata.
  • Il fatto che la vera Misty mi avrebbe già tirato un pugno a causa dello spazientimento. –
Il sorriso di Misty parve vacillare, per poi lasciare il posto subito dopo ad un viso serio e privo di espressione. Levò una mano nella sua direzione, probabilmente per colpirlo, ma non fu abbastanza svelta, perché qualcosa, come un'onda d'urto, la investì in pieno, facendola schiantare contro il muro alle sue spalle.
Ash, allibito e confuso, si voltò. Una ragazza dai corti capelli lilla teneva ancora un braccio alzato dopo l'azione, mentre al suo fianco, una seconda ragazza dai capelli arancioni stava avanzando verso di lui, pestando a terra ogni passo. Pareva furiosa.
  • M-Misty..? –
La ragazza lo afferrò per la collottola, alzandolo letteralmente da terra.
  • Ora dimmi, Ash Ketchum, come diavolo hai scambiato quella per me!!! –
Era un po' malconcia. I vestiti erano stropicciati e i capelli sciolti e spettinati. Sembrava reduce da uno scontro.
  • B-bhe, era uguale a te e... –
  • Ah sì? Uguale eh??? Ti faccio vedere io!!! – alzò una mano chiusa a pugno, probabilmente per colpirlo, ma Alberta la bloccò, afferrandole il polso.
  • Adesso non è il momento per queste cose. – la redarguì. Seppure ancora riluttante, Misty mollò il ragazzo, che barcollò prima di ritrovare l'equilibrio.
  • Alberta, cosa ci fai qui? –
  • Sapevo fin dall'inizio che Martes e Natural cercavano qualcosa. O meglio, qualcuno. La loro presenza al torneo era troppo sospetta per non nascondere qualcosa. È per questo che ho sconfitto Misty. Non potevo permetterle di continuare o avrebbe finito per farsi del male. Volevo continuare io per rendermi conto di in che situazione ci trovavamo. Finché... le mie ricerche non mi hanno condotta qui. –
  • Sai che cosa vogliono da me? – le chiese il ragazzo. Alberta scosse la testa.
  • Non ancora. Ma pare che al momento tu sia il tesoro più ricercato. –
  • Falla breve. – si intromise Misty, infastidita dall'atteggiamento troppo amichevole che Alberta teneva con Ash. Non aveva ancora finito con lui e le dava fastidio che le venisse rubata la scena, soprattutto nei momenti in cui era furiosa. – Ci aiuterai a trovare e salvare sua madre sì o no? –
  • Il mio obiettivo è scoprire e fermare il piano di Ghecis, il padre di Natural. Ci dev'essere per forza lui dietro tutto questo. Vi accompagnerò fin dove mi sarà possibile. –
Ash annuì, voltandosi verso il punto in cui la falsa Misty si era schiantata. Non c'era più nessuno. Alberta gli poggiò una mano sulla spalla.
  • Stai vicino a Misty. Quella che hai incontrato prima era una dei tre fratelli ninja. Sono abili trasformisti e non esiteranno a prendere le sembianze di chi ami per farti esitare. –
Detto questo, lo superò, proseguendo lungo il corridoio e voltando l'angolo. Misty fece per fare lo stesso, ma Ash la agguantò per un polso, fermandola.
  • E ora che cos'hai?! – sbottò, ancora arrabbiata.
Ash deglutì. Sicuramente ci avrebbe piantato la figura dell'idiota, ma doveva chiederglielo. Quel dubbio, per quanto stupido, lo stava facendo impazzire.
  • Se non hai nulla da dire vedi di darti una mossa. –
Ash strinse gli occhi. Ora o mai più. Era la sua occasione. Sapeva che se non glielo avesse chiesto in quel momento, non avrebbe mai più avuto il coraggio.
  • Misty. –
  • Che bravo, conosci il mio nome. – commentò lei sarcastica.
  • No, Misty, aspetta. Ricordi quella domanda che volevo farti? Quella volta nel camerino? –
  • Ti pare il momento, Ash?!? –
Ash tirò fuori fulmineo la foto dell'esplosione e gliela piazzò davanti al naso. Misty sbiancò.
  • Ho bisogno di sapere. Misty... tu sei umana? –

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusate tanto, sono in ritardo di nuovo ^^'' E ho anche poco tempo per scrivere, diavolo! >.<''
Ma comunque, questa recensione si farà. ù.ù Allora...
COMPLIMENTI, ASH, CI SEI ARRIVATO!!!!! èoé Cioè era ORA ragazzo mio, che ti rendessi conto che in Misty c'era qualcosa di anormale!!! >.<''
Ash: Quello c'è sempre...
*SDENG! Martellata*
Misty: Come hai detto!??? >.<
Alberta mi sta sulle scatole ù.ù Ma tanto, proprio. E da sempre.
La scena di Misty che strilla "come diavolo hai scambiato quella per me" giuro che mi ha fatto ridere come una scema XDDDD Ce la vedo troppo a dire una cosa del genere, è perfetta! XDDD
Forza, Ashy e My, salvate Delia! Anzi, prima baciatevi ù.ù
Gary: Ma se si baciano Misty diventa Angelo...
Ser: Ummm... E' vero... Allora PRIMA Misty gli confessa chi è e POI si baciano, così non ci sono sorprese ^_____^
Gary: Geniale -.-
Scusa, Riri, ora devo andare! Ma ovviamente non prima di chiederti di darmi qualche anticipazione (*____* TI PREGO DIMMI SE MISTY SI INVENTA UNA SCUSA O NO PERCHE' MI SENTO MALE DALL'ANSIA) e di farti i miei immensi complimenti perchè sei troooooooppo brava a scrivere!!!! *applaude*
Detto questo, scappo.
Un bacione!!!!
Ser <3

Anonimo ha detto...

Ciao Ser! Bhe, dai, alla fine Ash ci è arrivato... ^^ Ho DOVUTO farglielo arrivare, altrimenti non la si finiva più! XDDD Bhe, a dire il vero l'Ash che rappresento io è quello della prima serie, quindi è molto più sveglio di quello di adesso... U_U
Anticipazioni... bhe, dai, addirittura stare male?!? XD dai, non esageriamo!
Gary: *mi pungola la spalla con l'indice*
Riri: eh?
Gary: *indica qualcosa*
*ambulanza porta via Ser a sirene spiegate*
Riri: O_____________________________O''
Va bene dai, onde evitare disgrazie, butterò lì qualcosa:
Il prossimo, come forse già saprai, sarà il penultimo. Eeh sì, siamo quasi alla fine! >.< Molte ma molte cose, precedentemente lasciate in sospeso, riceveranno spiegazioni e risoluzioni. Si pensava che ormai tutti gli antagonisti si fossero rivelati, ma una nuova minaccia farà invece il suo ingresso. O forse... anche più di una. ^__^ Si darà dunque inizio allo scontro finale? E riusciranno i nostri eroi ad impedire la fine del mondo, oppure dovranno lottare per salvarsi?
Gary: Senti, se non c'è Ser ci sei tu a sclerare?
Riri: E si pò sapere anche perché tu sei qui?
Gary: Ser ha bisogno di tranquillità ora... mi sentivo solo...
Riri: O__O ah...
Vabbé dai, ora vado! >.< un BACIONE a tutti
Riri

Yachan ha detto...

- No, sono aliena. Anzi, sono un cartone animato bidimensionale!

XD
Mi è piaciuto questo cap, ma anche l'altro mi ha fatto sorridere. Quando c'è stata la scena del muro che crollava e Misty che usciva dalle macerie, così come l'hai descritto pareva stette uscendo Misty/Hulk! XD Poco mancava che si colorava di verde!
In questo capitolo invece mi sono immagina come Misty avrebbe potuto volare con Ash fino alla città, se lui avesse già scoperto la sua identità. Se teniamo conto che gli angeli si rendono invisibili e Misty è veloce solo nella sua forma angelica, mi immagino la scenetta...invece di un avvistamento di un ufo, ci sarebbe stato un avvistamento di un bambino volante...Peter Pan! XD
Lasciando da parte queste fantasie...
Nella scena di Ash e Misty che camminano nel castello e ad un certo punto Misty scompare e ricompare. Ecco, quella scena quando l'ho letta, non ci ho fatto caso, ma poi ho ripensato che fosse strano aver inserito una scena senza uno scopo. Così sono tornata a leggere quel passaggio, credendo di aver letto male o aver saltato qualcosa. E invece era giusto. Mah, ho continuato a leggere e quando Misty comincia a parlare intuisco per quale motivo avevi inserito quella scena. Ci sono arrivata prima di Ash, incredibile! XD Ma ero convinta che era Martes travestita da Misty XP
Ok, bel capitolo. Attendo il prossimo il mercoledì!

Anonimo ha detto...

ahahahaha Misty/Hulk? Bhe, era quello il mio intento! Menomale che ce l'ho fatta a rendere l'idea! Adesso si capisce meglio lo spiazzamento del povero Ash? Se fosse crollato addosso a lui, ciò che ne sarebbe rimasto sarebbe stata una frittella d'allenatore... mmh, che bontà! XDD
Peter Pan!!! ahahah, oddio, davvero non ci avevo pensato ad una scena del genere!!! Sarebbe stata epica, ahahhaha! Magari, anche se non c'è, ci faccio un disegnino veloce..
La scena che hai menzionato del castello... OTTIMO! Quando hai detto che inizialmente non le hai dato più di tanta importanza, ho esultato come una scema! DOVEVA ben essere così! XDD (mi sto esaltando.... U.U)
A scriverla mi sono divertita un casino! Soprattutto quando Ash dice: scusa, ma da QUANDO lo chiami N??? *gelosooo??? naaah, solo un pochino ^^*
Ora però devo scappareee! Alla prossima recensione!
Riri